CHILOSCHISTA


 note sul genere CHILOSCHISTA Lindley

scritte dal dottor Gianantonio Torelli
 
rev. 06 maggio 2022



alcune chiloschista da me coltivate


Premessa:

ho pensato di scrivere queste note per cercare di fare un pò di chiarezza sulla identificazione delle piante di Chiloschista.

Spesso infatti sono vendute piante con nome errato, sia per un errore di identificazione e di inquadratura tassonomica, sia perché, essendo di norma riprodotte da seme, può capitare che, più o meno involontariamente, vengano in realtà fatti degli ibridi, che però poi sono venduti come specie e questo aumenta ulteriormente la difficoltà di inquadramento della pianta che stiamo acquistando o coltivando.
Si tratta, in definitiva, di un genere in cui esiste una notevole confusione e che avrebbe bisogno in futuro di una seria revisione tassonomica

Tassonomia:

Il taxon Chiloschista fu pubblicato, come tale, per la prima volta nel 1832 dal botanico inglese John Lindley in Edwards's Botanical Register (vol. 18, dopo tav.1522), sulla base di Epidendrum usneoides, che era stato descritto nel 1825 dal botanico scozzese David Don in Prodromus Florae Nepalensis 87.

John Lindley descrisse così il genere Chiloschista, come si può leggere nel testo originale allegato qui sotto:
"Erba umile, epifita, irsuta, afilla; radici piatte e verdi (quasi foliacee!). Inflorescenza eretta. Fiori bianchi, profumati. 
Specie 1 : Chiloschista usneoides = Epidendrum usneoides Don "

tratto da Lindley: Edwards's Botanical Register vol 18 post t.1522

Lindley indicava quindi già allora come carattere distintivo del genere Chiloschista quello di essere una pianta "aphylla", cioè priva di foglie, e di essere provvista di "radicibus complanatis viridibus, quasi foliaceis" cioè radici appiatite, verdi, quasi foliacee, quindi capaci di svolgere la sintesi clorofilliana, funzione che nelle orchidee è peraltro tipica delle foglie, a parte nelle Phalaenopsis della sezione Aphyllae.
In questa occasione, Lindley indicava la Chiloschista usneoides  (=Epidendrum usneoides) come typus del genere.

dal punto di vista tassonomico, la classificazione del genere Chiloschista è la seguente ( "An updated classification of Orchidaceae"  in Botanical Journal of the Linnean Society, 2015  by Chase, Cameron, Pridegeon, Van den Berg, Schuiteman)

famiglia Orchidaceae

sottofamiglia Orchidoideae

tribù Vandeae

sottotribù Aeridinae

genere: Chiloschista Lindley in Edward's Botanical Register v. 18: sub t. 1522, Sept 1, 1832.

Tipo:  Epidendrum usneoides David Don, in Prodromus florae Nepalensis, 1925 pag. 37

la descrizione fatta da David Don di Epidendrum usneoides mi lascia però perplesso (foliis numerosis lineari-loratis obtusis plano-convexis, quindi con foglie numerose...), specie se la confrontiamo con quella che, partendo appunto dall' Epidendrum usneoides Don visto prima, viene denominata Chiloschista usneoides da Lindley, che invece la definisce aphylla, dunque priva di foglie. Anche i fiori hanno colore diverso, in quanto sono descritti rosei da Don e bianchi da Lindley.
Una spiegazione che potrei ipotizzare è che Don per qualche motivo, forse per problemi di conservazione del campione originario, avesse scambiato le radici, piatte, verdi e tortuose per foglie (=Folia siccitate tortuosa).
Metto le due descrizioni originali per confronto

 

                                                  descrizione fatta da  Don                                               descrizione fatta da Lindley

ad ogni modo, David Don nominò questa pianta usneoides, cioè affine alle Usnea, un genere di licheni  dal colore grigio-verdastro, i quali non sviluppano foglie e crescono ancorati su corteccia.

il genere Chiloschista fu nel passato anche così descritto:

“ Caratterizzato da una corta colonna, al cui piede i petali ed i sepali laterali sono lateralmente adnate. Ha 2 pollinia. Labello articolato col piede della colonna, 3 lobato, saccato; lobi laterali eretti, disco con callo irsuto. Antera provvista ai lati di una appendice che può essere lunga e ghiandolare oppure ridotta ad un piccolo dente. Piante epifite con radici appiattite e di solito senza foglie, quanto meno al momento della fioritura. Chiloschista godefroyana (Rchb.f.) Schltr., però può avere foglie al tempo della fioritura, come occasionalmente in Chiloschista pusilla (Koenig) Schltr.”  (ora però viene chiamato Taeniophyllum pusillum) 


etimologia: Il nome Chiloschista deriva dalle parole del greco antico cheilos "labbro" e schistos "diviso"

diffusione: dal subcontinente indiano attraverso il SE Asia fino all'Australia

qui posto la curiosa morfologia dei semi della chiloschista lunifera:



qui sopra gli strani semi di Chiloschista lunifera, visti al microscopio elettronico; presentano un ispessimento espandibile ad elica, che serve come meccanismo per attaccarsi.

( from Orchid seed diversity: a scanning electronic survey. by Barthlott, Korotkova & Grosse-Veldmann)



Quante specie sono incluse nel genere Chiloschista?

Allo stato attuale nel genere Chiloschista io riconosco 27 specie, che qui indico in grassetto, mentre altre otto sono dubbie e le ritengo sinonimi, per cui qui le indico in carattere italico:      


Chiloschista bleeseri Diels ex R.S.Rogers  (e’ incerta la sua classificazione; fu descritta da R.S. Rogers in Victoria Naturalist 1: 184. 1933 su pianta australiana)


Chiloschista confusa  M .J. Mathew, J. Mathew, P.M. Salim & Szlachetko


Chiloschista densiflora  C.Gyeltshen & Dalström


Chiloschista extinctoriformis Seidenfaden
   

Chiloschista exuperei (Guillaumin) Garay
   

Chiloschista fasciata (F.Muell.) Seidenfaden & Ormerod

  
Chiloschista gelephuense Ch.Gyeltshen & Dalström, sp. nov. (anno 2019)


Chiloschista glandulosa Blatter & McCann
   

Chiloschista godefroyana (Rchb.f.) Schlechter
   

Chiloschista guangdongensis
Z.H.Tsi
   

Chiloschista himalaica  Tobgay, C.Gyeltshen, Dalström

Chiloschista hoi S.S.Ying = Chiloschista segawae (Masamune) Masamune & Fukuyama
   

Chiloschista indica J.J.Smith =  Chiloschista lunifera  (Rchb.f.) J.J.Smith


Chiloschista javanica Schltr. = Chiloschista lunifera  (Rchb.f.) J.J.Smith
   

Chiloschista loheri Schlechter

  
Chiloschista lunifera (Rchb.f.) J.J.Smith
   

Chiloschista lunifera (Rchb. f.) Schltr.= Chiloschista lunifera (Rchb.f.) J.J.Smith

Chiloschista nakornpanomensis:  si tratta di un nome commerciale, non riconosciuto finora a livello tassonomico. Per alcuni potrebbe corrispondere a Chiloschista trudelii, ma devo riuscire a studiare qualche esemplare dal vivo.


Chiloschista minimifolia (Hook.f.) N.P.Balakr. =  Chiloschista fasciata (F.Muell.) Seidenfaden & Ormerod  e Sarcochilus fasciatus F. Mueller
  

Chiloschista parishii
Seidenfaden

   
Chiloschista phyllorhiza (F.Muell.) Schlechter


Chiloschista pulchella Leonid V. Averyanov, Khang Sinh Nguyeh, Tatiana V. Maisak
   

Chiloschista pusilla (Willd.) Schltr. = ora chiamata Taeniophyllum pusillum (Willd.) Seidenfaden & Ormerod
   

Chiloschista ramifera Seidenfaden
   

Chiloschista rodriguezii Cavestro & Ormerod
   

Chiloschista segawae (Masam.) Masamune & Fukuyama
   

Chiloschista segawae f. taiwaniana (S.S.Ying) S.S.Ying = Chiloschista segawae (Masam.) Masamune & Fukuyama
   

Chiloschista segawae var. taiwaniana S.S.Ying =  Chiloschista segawae (Masam.) Masamune & Fukuyama
   

Chiloschista segawai (Masamune) S.S. Ying = Chiloschista segawae (Masam.) Masamune & Fukuyama
   

Chiloschista sweelimii Holttum
   

Chiloschista taeniophyllum (J.J.Sm.) Schlechter

   
Chiloschista treubii
(J.J.Sm.) Schlechter
   

Chiloschista trudelii Seidenfaden
   

Chiloschista usneoides (D.Don) Lindley
   

Chiloschista viridiflava Seidenfaden
   

Chiloschista yunnanensis Schlechter
 

descrizione generale e sistematica


Le Chiloschista sono piante epifite, quasi sempre senza foglie, con abbondante apparato radicale, spesso appiattito, di colore verde per via della sua attività di fotosintesi.
Presentano foglie molto piccole, o appena abbozzate, ed in molti esemplari sono pressoché inesistenti

 

Ora descrivo le 27 specie che attualmente considero valide (anno 2022) nel genere Chiloschista


Chiloschista bleeseri
Diels ex R.S.Rogers 

ho molti dubbi sulla corretta esistenza e classificazione di questa pianta.
R.S.Rogers ne fece menzione a pag 184 del  volume 50  di The Victorian Naturalist, anno 1933-1934, ove scrive che  il signor Bleeser dichiarava di aver trovato una nuova chiloschista su alcune mangrovie nella Banker's Jungle ( Black Jungle?) a 30 miglia da Darwin (Australia) e che sarebbe stata descritta dal botanico tedesco Diels, cosa che però non mi risulta che Diels fece.
Avrebbe fiori bianchi. Questo mi fa pensare che in realtà possa essere semplicemente una riscoperta della Chiloschista phyllorhiza in areale diverso da quello tipico di quest'ultima.




Chiloschista confusa  M.J. Mathew, J. Mathew, P.M. Salim & Szlach.

nel settembre 2021 in Annales Botanici Fennici Vol. 58, Issue 4-6 (Sep 2021), pg(s) 347-353, fu descritta, sulla base di dati morfologici,  una nuova specie di chiloschista che si trova nel sud dei Western Ghats ( Kerala, India).
È stato a lungo identificata, erroneamente, come Chiloschista fasciata, una specie indo-srilankese.
Tuttavia, Chiloschista confusa differisce da Chiloschista fasciata per la sua infiorescenza più densa con fiori relativamente più piccoli; infiorescenza, pedicello e ovaio glabri, disco del callo appiattito con peli senza ghiandole e protuberanza dello sperone.

a new species from the southern Western Ghats, Kerala, India, was described and illustrated based on morphological data. It has long been misidentified as C. fasciata, an Indo-Sri Lankan species. However, C. confusa differs from C. fasciata by its denser inflorescence with comparatively smaller flowers, glabrous inflorescence, pedicel and ovary, flattened callus disc with eglandular hairs, and protuberance of the spur. A key to the three species of Chiloschista known from south India (C. confusa, C. fasciata, C. glandulosa) is also provided









Chiloschista densiflora N.Gyeltshen, C.Gyeltshen & Dalström,

TYPE: Bhutan. Zhemgang: Gomphu, epiphyte on Quercus lamellosa Sm., above the village, N27°01’34.07”; E90°47’32.91”, altitude 1515 m, 7 May, 2014, Dalström 4216

descritta nel 2020 su LANKESTERIANA 20(3): 281–299. 2020.

Diagnosi: Chiloschista densiflora è superficialmente simile a C. parishii dal Myanmar e Thailand nell'avere fiori giallastri con macchie marroni sui sepali e petali, ma differisce per i fiori più larghi, ca. 12–13 mm di larghezza contro gli 8–10 mm  di quest'ultima specie, e con sepali e petali in pratica glabri o indistintamente micro-pubescenti mentre sono densamente pubescenti in C. parishii.
Habitat: trovata a Gomphu ( nel didtretto di Zhemgang nel Bhutan) epifita su Quercus lamellosa.


Chiloschista densiflora
foto estratta dall'articolo di N.Gyeltshen, C.Gyeltshen & Dalström



Chiloschista densiflora
foto estratta dall'articolo di N.Gyeltshen, C.Gyeltshen & Dalström




da sinistra:  Chiloschista densiflora, C. gelephuense, C. himalaica.

foto estratta dall'articolo di N.Gyeltshen, C.Gyeltshen & Dalström

Chiloschista extinctoriformis  Seidenfaden

 
fu descritta da Gunnar Seidenfaden nel 1988 in Opera Botanica 95: 178, 1988 con annotazione: Thailand

Fiorita a Chiang Mai, si tratta di una pianta epifita senza foglie.

Presenta fiori bianchi o giallo pallido-bianchi con macchie rossastre-marroni verso la base dei segmenti floreali

Sepali e petali di un color giallo bianco pallido o crema bianco, con dense e piccole macchie marroni.

Labello giallo pallido o crema biancastro; la faccia interna dei lobi laterali presenta linee e macchie marroni.

il piede della colonna ha dense macchie marroni.

Da notare che l'ipochilo del labello è saccato a formare quasi uno sperone che punta in avanti !

Habitat: su alberi di foreste sempreverdi

Paese: Thailandia, area di Chiang Mai

Elevazione: 1300 m

Località del typus:  Prudmap.

 

specimen K000891273, from Royal Botanic Garden Kew, inizialmente classificato da Kerr come Taeniophyllum e da lui raccolto nel 1926 a Prudmap a 1300 m 

particolare della racolta Kerr 0330, di cui Seidenfaden fece la seguente descrizione: "Fiori crema-bianchi con deboli macchie rossastre verso la base dei segmenti floreali" e "un singolo fiore libero in una busta con quello che io credevo fosse un Taeniophyllum e che invece sembra essere una nuova Chiloschista!" 

 



NB:  da notare che per me Seidenfaden ha commesso un errore, in quanto ha disegnato i lobi laterali del labello ampiamente alati e divergenti rispetto alla colonna, invece sono più piccoli e semi eretti; l'errore penso sia dovuto al fatto che fece il disegno del typus partendo da un esemplare essiccato

Chiloschista extinctoriformis si riconosce facilmente per la punta dell'ipochilo puntata in avanti !


foto prese dal web, classificate come Chiloschista extinctoriformis 

Chiloschista extinctoriformis
photo by Monchai Chanyangam


Chiloschista extinctoriformis
photo by Monchai Chanyangam



Chiloschista extinctoriformis , photo by Fia, lonisorchideenforum.de


ATTENZIONE: qui sotto invece presento alcune foto, prese dal web, e classificate erroneamente come Chiloschista extinctoriformis

infatti hanno il labello saccato e rotondo e non quasi speroniforme e puntato in avanti come è tipico di questa specie



photos from the web, wrongly named Chiloschista extinctoriformis

 

NON si tratta quindi di Chiloschista extinctoriformis
This is NOT Chiloschista extinctoriformis


Chiloschista exuperei ( Guillaumin) Garay

combinatio nova fatta da Leslie Andrew Garay in Botanical Museum Leaflets 23(4): 166. 1972 sulla base di Taeniophyllum exuperei Guillaumin

Chiloschista exuperei (Guillaum.) Garay, combinatio nova.

Basionimo : Taeniophyllum exuperei Guillaumin in Bull. Mus. Hist. Nat. Paris, ser. 2, 29: 346, 1937. Annotazione: Annam (zona del Vietnam), la cui descrizione riporto qui sotto:

297. Taeniophyllum Exuperei Guillaum. sp. nov.

Acaulis, radicibus usque ad 10 cm. longis, complanatis, usque ad 0,5 cm latis, valde adherentibus, atro viridibus. Inflorescentia 5 cm. Ionga, 4-flora, erecta, grisea, hirsuta, vaginibus 3, lanceolatis, 2 mm. longis, papyraceis, bracteis alternis similibus, pedicello cum ovario 3 mm. Iongo, griseo hirsuto, sepalis albis, liberis, ovatis, 6 mm. longis, leviter concavis, dorso sparse hirsutis, intus glabris, petalis similibus, labello calceolari, lobis lateralibus subtrapezoidcis, erectis, 4 mm. longis, albis, longitudinaliter brunneo lineatis, anteriore recurvo, albo, linguiformi, 3 mm. longo, apice minute emarginato, callo absinde piloso, columna alba, brunneo lineata, operculo ovato, antice breviter acuto, polliniis 2, globosis, caudiculo anguste lineari, retinaculo minuto.

Appartient à la § Brachyanthera Schltr. et se rapproche surtout de T. annuliferum Carr.

traduzione: Acaulis, cioè priva di gambo, radici appianate, verde scuro…inflorescenza irsuta..
…sepali bianchi (albis), petali simili; labello calceolare, con lobi laterali subtrapezoidali, eretti, bianchi (albis), longitudinalmente lineati di bruno; lobo anteriore ricurvo, bianco, linguiforme, con apice marginato (cioè inciso all’apice) e callo peloso; colonna bianca, lineata di marrone…



type of Taeniophyllum exuperei from Herbarium of Museum National d'historie naturelle in Paris, MNHN-P-P00324148

da notare l'incisione presente all'apice del labello

Annam (Vietnam) : Dalat : Pongour (Frère Exupère 70 / EP, 20-rv-1957, f. 183, 1957).


Appartient à la § Brachyanthera Schltr. et se rapproche surtout de T. annuliferum Carr.


Habitat: Vietnam


Chiloschista exuperei
photo by epicphals



Chiloschista exuperei 
photo by epicphals



Chiloschista exuperei 
photo by epicphals


 

Dalla foto ha un labello molto particolare, con apice emarginato (cioè inciso all’apice)

          

foto prese dal web, classificate come Chiloschista exuperei 


NB: recentemente (2018) è stata descritta la simile Chiloschista pulchella, che però si trova nel Laos e non nel Vietnam

 

Chiloschista fasciata ( F.Muell.) Seidenf. & Ormerod 

non ho trovato nè foto nè notizie del suo riscontro attuale in natura o in coltivazione. 

il nome Chiloschista fasciata fu istituito da Seidenfaden e Ormerod in Opera Botanica Čechica 124: 64. 1995 sulla base di Sarcochilus fasciatus F. Muller, pianta di cui parlò Ferdinand Jacob Heinrich von Mueller in Fragmenta Phytographiæ Australiæ 5: 202. 1866.

questo è il testo di F. Muller quando accenna a Sarcochilus fasciatus nella descrizione di Sarcochilus (ora Chiloschista phyllorrhizus :



Muller scrive di Sarchocilus phyllorrhizus :

" Planta isonyma Wightii (Icon. Plant. Ind. Orient. 1741) forsan specifice recedit labelli lobis lateralis oblique ovatis et tunc S. fasciatus dici possit. "

 " pianta isonima, cioè nome uguale, a Sarcochilus Wightii ma forse se ne distingue per i lobi laterali del labello obliquamente ovati e  allora può esser chiamato Sarcochilus fasciatus"


Sinonimi:

Chiloschista minimifolia (Hook.f.) N.P.Balakr.

Sarcochilus fasciatus F.Muell.

Sarcochilus minimifolius Hook.f.

Sarcochilus wightii Hook.f.

Thrixspermum minimifolium (Hook.f.) Kuntz

 
Pianta epifitica, molto piccola; fusto molto ridotto e con un ciuffo di radici radiate, vermiformi. Foglie 1 o 2, molto piccole, 1-1.5 x 0.5-0.6 cm, lineari-lanceolate, senza foglie alla fioritura. Inflorescenza con 2-4 racemi fioriti spiciformi, lunghi 1-2 cm; brattee floreali minute, tubulari. Fiori larghi 0.6-0.7 cm, verde-giallo. Sepali e petali subeguali, 0.4-0.5 x 0.2 cm, ovoidali. Labello 0.3-0.35 x 0.7-0.8 cm, più largo che lungo, attaccato al piede della colonna; lobi laterali alati, lobo mediano 2-fid. Pollinia 2. Pedicello e ovario lungo 0.25-0.3 cm.

Foreste sempreverdi

Fioritura: ottobre-novembre

Paese: sud India e Sri Lanka

distribuzione indiana:  Stato: Kerala;  Distretti: Palakkad, Thiruvananthapuram, Wayanad

 

questa tavola, che porta nome Chiloschista pusilla dovrebbe invece rappresentare Chiloschista fasciata (da Sri Lanka)

 
Chiloschista fasciata

 

Chiloschista gelephuense  Ch.Gyeltshen & Dalström

descritta in Lankesteriana  19(1): 23—29. 2019

TYPE: Bhutan. Gelephu: North of Gelephu Tshachu hot springs along road to the abandoned limestone quarry, N26°56’50”; E90°30’41”, alt. ca. 300 m, epiphytic in shade on smaller trees, collected on 12 May, 2014, and flowered in cultivation at the Royal Botanic Garden, Serbithang, 12 May, 2015, S. Dalström 4212 & Ch. Gyeltshen (holotype: THIM)

Diagnosis: Chiloschista gelephuense is superficially similar to C. parishi in the yellowish flowers with brown spots on the sepals and petals, but differs by the larger flower, 15–18 mm across versus 8–10 mm across for the latter species. Chiloschista gelephuense also differs from other similarly colored species in the genus by the lack of a glandular pubescent, erect and curved callus lobe inside the lip.

all'inizio del 2019 su Lankesteriana  19(1): 23—29.2019 Choki Gyeltshen e Stig Dalström pubblicano la descrizione di una nuova chiloschista, la Chiloschista gelephuense, endemica del Bhutan, nei pressi delle fonti calde di Gelephu Tshachu, a nord della città di Gelephu, al confine tra Bhutan e Assam (India).

E' una chiloschista simile a Chiloschista parishii, ma con un fiore molto più grosso, arrivando ad avere un diametro di 15-18 mm, ed inoltre manca, all'interno del labello, il callo glandulare e pubescente, eretto e curvo.



from Lankesteriana  19(1): 23—29. 2019
disegno dall'olotipo da parte di Stig Dalström


from Lankesteriana  19(1): 23—29. 2019
disegno dall'olotipo da parte di Stig Dalström



Chiloschista gelephuense su di un albero di Aphanamixis polystachya, vicino alla località del typus


Chiloschista glandulosa Blatt. & McCann

  Descritta da Blatter e McCann in Journal of the Bombay Natural History Society 35: 488. 1932.

  Annotazione:   Ind. or. (Bombay)





descrizione originale di Chiloscista glandulosa (Journal of the Bombay Natural History Society 35: 488. 1932)
in cui si legge "Peduncoli, pedicelli ed ovari densamente coperti da minuti, bianchi, conici peli ghiandolari", da cui il nome glandulosa

Piccola pianta epifita, senza foglie, radici spesse fino a 2 mm. Inflorescenza lunga 5 cm, che si ispessisce verso l’alto, pubescente glandulare.
Produce 3-4 fiori, giallo brunastri; brattee 2.5 x 2 mm, ovate, apiculate; sepali dorsali 5 x 2 mm, obovato-oblunghi, ottusi, con 5 vene; sepali laterali 4 x 2.5 mm, oblunghi, subacuti; petali 5 x 3 mm, ovati, acuti; labello 3-lobato, lobi laterali 3 x 3 mm, oblonghi acuti; lobo mediano 1.5 x 1.5 mm, ovato, acuto.
Sepali e petali gialli, macchiati e chiazzati densamente di bruno-rosso.

Fioritura: gennaio-marzo

Habitat: in umide foreste decidue

Distribuzione: Southern Western Ghats, cioè in India, stato: Kerala, distretti: Palakkad, Idukki

 
Chiloschista glandulosa
photo by Mathew Jose Mathew from Kerala (India)


Chiloschista glandulosa
photo by Mathew Jose Mathew from Kerala (India)
qui si vede bene, come descritto da Blatter e McCann, il peduncolo che alla base è più stretto e si allarga verso l'apice, ed è ricoperto da fitti peli ghiandolosi.


 
Chiloschista glandulosa photo from Digital Flora of Karnataka

http://florakarnataka.ces.iisc.ac.in/hjcb2/herbsheet.php?id=4622&cat=1


Chiloschista glandulosa photo from Digital Flora of Karnataka


Chiloschista godeffroyana (Rchb.f.) Schlechter

Sinonimi:

Chroniochilus godeffroyanus (Rchb.f.) L.O.Williams

Sarcochilus godefroyanus (Rchb.f.) Benth. & Hook.f. ex Drake

Thrixspermum godeffroyanum Rchb.f.


tavola  XC  fatta da Walter Fitch

descrizione di Thrixspermum godeffroyanum, in V.1 e V.2 di  Flora vitiensis di Berthold Seemann, anno 1865 ( "Una descrizione della flora delle  Viti o Fiji islands")   con la descrizione fatta da Reichenbach in Xenia, vol ii pg. 122

Notare la frase:  fiori di color giallo acceso



più tardi, Schlechter in Repertorium Specierum Novarum Regni Vegetabilis, Beihefte 4: 275. 1919  traferì il Trixspermum godeffroyanum, nel genere Chiloschista col nome di Chiloschista godefroyana, stranamente dimenticandosi una f per strada..

Quindi ora  anche su IPNI  viene chiamata Chiloschista godefroyana ma io ritengo più corretto chiamarlo Chroniochilus godeffroyanus

Se osserviamo bene infatti la tavola sopra riportata, quello che si nota subito sono le foglie, sicuramente molto diverse da quelle tipiche del genere Chiloschista.

Queste foglie appaiono invece molto simili a quelle del genere Chroniochilus, per cui ritengo che avesse ragione L.O. Williams a chiamare questa orchidea col nome Chroniochilus godeffroyanus (Rchb.f.) L.O.Williams.   

Sarei quindi propenso a trasferire
Chiloschista godeffroyana nel genere Chroniochilus col nome Chroniochilus godeffroyanus

Distribuzione:

isola di Fiji

Habitat: epifita in foreste tropicali

può avere foglie persistenti, raggruppate all’apice del fusto al momento della fioritura, come si può vedere nella tavola d’erbario K000891271 al Kew RBG

 



Specimen from KEW HERBARIUM    K000891271

Current name   Chiloschista godefroyana

Collector & no:    Seemann, B.C.       600



ingrandimento del disegno presente sulla tavola KEW HERBARIUM    K000891271

NB:

non avendo trovato nessuna notizia  del ritrovamento di questa specie nelle isole Fiji o foto di esemplari, in coltivazione, di questa specie, endemica delle isole Fiji, ho pensato bene di riportare la bella tavola K000891271 presente al Kew Herbarium

  Since I have not found any news of the rediscovery of this species in the Fiji islands or photos of specimens in cultivations, I thought it is useful to show the beautiful specimen image  K000891271 present at the Kew Herbarium and make a link to it.

OSSERVAZIONI:

   per prima cosa, qual'è il nome corretto?

Chiloschista godefroyana
, come si trova su IPNI oppure Chiloschista godeffroyana, con due f?
Ritengo corretto quest'ultimo nome in quanto Reichenbach in Xenia Orchidacea 2: 122 dedicò la pianta alla azienda Godeffroy di Amburgo. Non capisco quindi perchè alcuni autori abbiano tolto una f .


 in base all'art.60 del Codice di Nomenclatura botanica quindi qui ritengo che Chiloschista godefroyana sia

o un nome scritto male

o un errore tipografico e che quindi sia valida la denominazione Chiloschista godeffroyana

 
based on Article 60 of the International Code of Botanical Nomenclature, therefore here I believe that Chiloschista godefroyana is either a mispelled name or a typographical error and that therefore the denomination Chiloschista godeffroyana is the valid one.


   per seconda cosa, come ho scritto prima, ritengo che questa specie debba essere inserita nel genere Chroniochilus, con il nome Chroniochilus godeffroyanus

andrebbero perciò compiuti studi nelle Fiji per chiarire meglio la questione e, soprattutto, per verificare se sia ancora presente in natura o no.

quindi in futuro vedremo se sarà più corretto chiamarla Chiloschista godeffroyana (Rchb.f.) Schlechter oppure Chroniochilus godeffroyanus (Rchb.f.) L.O.Williams


Chiloschista guangdongensis Z.H.Tsi


Descritta da Tsi in Acta Phytotaxonomica Sinica 22(6): 481–482, pl. 2, f. 6–11. 1984.


Località del typus: China: Guangdong: Ruyuan, in arboris trunco, 20 April 1934, S.O. Ko 54132

Chiloschista guangdongensis Z. H. Tsi, Acta Phytotax. Sin. 22: 481. 1984.

广东异型兰 guang dong yi xing lan

Steli molto corti, con molte radici, lunghe ed appiattite, senza foglie. Infiorescenze 1 o 2, pendule, racemose, con molto fiori, sparsi; rachide e peduncolo 1,5-6 cm, circa 1 mm di diametro, densamente pubescente; brattee floreali 3-3,5 mm, ovato-lanceolate, glabre, membranose, acute. Fiori gialli, glabri; pedicello e ovaia circa 5 mm, densamente pubescente. Sepalo dorsale ovale, circa 5 × 3 mm, con 5 vene, arrotondato; sepali laterali subellittici, circa 5 × 3 mm, con 4 venature, arrotondati. Petali ovati, circa 4,5 × 2,5 mm, con 3 venature; labello con 3 lobi; lobi laterali eretti, suborbicolari; lobo mediano ovato-triangolare, largo quasi quanto i lobi laterali, leggermente concavo al centro, sulla parte superiore con un'appendice spugnosa, apice arrotondato. Colonna circa 1,5 mm, piede circa 3 mm; cappuccio dell’antera a becco corto all'apice, con 2 appendici filiformi su entrambi i lati. Capsula dritta, cilindrica, circa 2 cm × 4 mm.
Fioritura:aprile

habitat:  pianta epifita su tronchi di alberi in foreste di piante sempreverdi a foglie larghe. N Guangdong.

Diagnosi differenziale:

Sepali e petali densamente pubescenti inferiormente; inflorescenze fino a  26 cm. > 1 C. yunnanensis

Sepali e petali quasi glabri o appena pubescenti inferiormente; inflorescenze 1.5-15 cm :

lobo mediano del labello notevole, molto più lungo dei lobi laterali            >   2 C. guangdongensis

lobo mediano del labello molto piccolo, molto più corto dei lobi laterali    >   3 C. segawae

 inoltre C segawae che ha il labello saccato, mentre C. guangdongensis ha il labello disteso


Chiloschista guangdongensis according to Epicphals in Flickr


  
Chiloschista guangdongensis according to Epicphals in Flickr


Chiloschista guangdongensis according to Gast in orchideenforum.eu
Labello aperto, disteso, colorato ed ha il callo peloso
si diffferenza facilmente dalla C segawae che ha il labello invece saccato


Chiloschista guangdongensis according to Epicphals in Flickr


Chiloschista guangdongensis according to Gast in orchideenforum.eu




Chiloschista himalaica  Tobgay, C.Gyeltshen, Dalström

TYPE: Bhutan. Chhukha: epiphyte on lower trees along old road to Darla Hydropower Adits. Chenlakha, N26° 57’479”; E89° 4’414”, altitude 1480 m, 19 May
2015,
Descritta nel 2020 da Tobgay, C.Gyeltshen, Dalström in LANKESTERIANA 20(3). 2020

Diagnosi: Chiloschista himalaica è esternamente simile e spesso confusa con C. parishii originaria dal Myanmar e Thailand, ma differisce nell'avere fiori leggermente più larghi, 10–13 mm versus 8–10 mm, e per la faccia posteriore dei sepali e petali glabra in opposizione a C. parishii densamente pubescente.



Chiloschista  himalaica
foto di Stig Dalström





disegno dall'olotipo (Dalström 4225) by Stig Dalström
disegno dall'olotipo (Dalström 4225) by Stig Dalström


foto di Stig Dalström


Chiloschista himalaica  nell'habitat naturale
foto di Stig Dalström



Chiloschista  himalaica
foto di Stig Dalström




Chiloschista himalaica coltivata e fotografata da me:

come si può ben vedere, i petali ed i sepali sono glabri





da sinistra: Chiloschista  densiflora, Chiloschista gelephuense e Chiloschista himalaica

foto di Stig Dalström




the true Chiloschista parishii, according to Stig Dalström



Chiloschista javanica Schlechter

Descritta da Schlechter in Repertorium Specierum Novarum Regni Vegetabilis, Beihefte 4: 275. 1919.

scrive J.J.Comber nel bel libro  Orchids of Java:
" Chiloschista javanica è endemica di Java, diffusa in tutta l'isola ma in particolare nella zona est, epifita su tronchi dove la luce è alta, quindi sopratutto lungo alberi che crescono lungo le strade o alberi isolati., da 300 a 1000 m.
Fusto molto corto, non più di 1,5 cm. il racemo emerge eretto e poi diventa pendulo. Le foglie, quando presenti, sono piccole, lanceolate, carnose e irsute. Inflorescenza porta fino a 10 fiori, tra loro distanziati di 10 cm. Fiori larghi circa 9 mm; sepali e petali molto pelosi nella faccia dorsale; labello saccato con un callo bilobato e peloso."

Schlechter differenziò Chiloschista javanica dalla simile Chiloschista lunifera (indica) J.J.Smith.
ora da alcuni tassonomisti queste due specie vengono considerate sinonimi, quindi prevarrebbe il nome Chiloschista lunifera in quanto descritta prima dell'altra, però io ritengo che Chiloschista javanica, come la descrisse Schlechter, meriti il rango di specie autonoma e come tale la considero in questo mio lavoro.

Dice Schlechter:  " quest'ultima (Chiloschista javanica) è specificamente diversa dalle piante dell'Himalaya per i lobi laterali più appuntiti e a forma di falce, i sepali e i petali con ciglia e le escrescenze laterali delle antere molto più corte. "


J.J. Smith drawing of Chiloschista javanica


Chiloschista javanica, come determinata da Gunnar Seidenfaden nel 1986 nel Leiden Herbarium



Chiloschista javanica, by Rinaldy Nasrul, a Bogor (Java)

Chiloschista javanica
photo by Tatto Tangiawan


Chiloschista javanica  photo by E. Luecke (Swiss Orchid Foundation)



chiloschista javanica, photo by Westra


Chiloschista loheri Schlecther

 
Descritta da Schlecther in Botanische Jahrbücher für Systematik, Pflanzengeschichte und Pflanzengeographie 56: 491. 1921 nel seguente modo:

“Chiloschisa Loherii è simile a Chiloschista Treubii (Sarcochilus Treubii), ma se ne distingue bene per il labello”

<• C. Loheri Schltr. n. sp. — Epiphytica, acaulis, aphylla. Radices fexuosi, elongati, taeniiformi-applanati, glabri. Caulis in gemmam vaginis ovatis acuminalis parvulis obtectam reductus. Inflorescentiae erectae vel erecto-patentes, gracillimae, elatae, pedunculo vaginulis parvulis dissitis donato, racemo laxe pluri-vel multifloro, elongato; bracteis deltoideis, acutis, ovario pedicellato multo brevioribus. Flores parvuli, erecto-palentes, viridi flavi, seriatim evoluti, fugaces. Sepala oblonga, obtusa, 5-nervia, glabra, lateralia obliqua. Petala sepalis subaequimagna, oblique oblonga, obtusa, 5-nervia, glabra. Labellum saccato-concavum, 3-lobum, in sacco papillosum, lobis lateralibus erectis, amplis, oblique obovatis, truncato-obtusissimis, intermedio deflexo, parvulo, ovato, valde obtuso, superne omnino papilloso-pulvinato. Columna brevis, clinandrio dorso elato, pede gracili, satis longo, canaliculato, rostello amplo decurvo. Anthera reniformi-cucullata, latere utrinque in appendicem divaricantem subulatam producta.
Pollinia 4, oblique rotundata, 2-nis compressa, stipite gracili. Ovarium breviter pedicellatum, glabrum. 

Ein stamm- und blattloser Epiphyt. Wurzein bandformig, gewunden, bis 30 cm lang, 6—9 mm breit. Blutenschafte mit der bis 25 cm langen Traube bis 50 cm lang. 
Bluten serienweise an der Traube entwickelt, grunlich-gelb. Sepalen elwa 5,5_mm lang. 
Petalen kaum kleiner als die Sepalen. Lippe kurz, mit kaum 2 mm tiefem halbkugeligem 
Sack, 2,5 mm hohen Seitenlappen und sehr kleinem, nach unten gebogenem Mittellappen. 
Saule 1,5 mm hoch mit 2,25 mm langem Fuss. Ovarium mit dem kurzen Stiel 4,5 mm lang. 
Palau-Inseln: Auf Baumen auf der Insel Angaur (Loher); auf der Insel Korror (Pater Raymundus. —  im Jahre 1907). 

fu descritta quindi come:
Fiori piccoli, di color verde giallo... Labello saccato-concavo, trilobato, papilloso nel sacco, lobi laterali eretti, ampi, obovati..lobo intermedio deflesso, piccolo, ovato, ottuso, superiormente papilloso-pulvinato..
... labello corto, con una sacca emisferica profonda appena 2 mm... i lobi laterali alti 2.5 mm e lobo medio molto piccolo, piegato verso il basso
isola di Palau (Loher e Korror)  "

 


questa foto è stata pubblicata da Makoto Uesugi a Palau ed è l'unica foto che, a mia conoscenza, rappresenta la Chiloschista loheri


Chiloschista lunifera (Rchb.f.) J.J.Sm.

Descritta da Johannes Jacobus Smith nel 1905 in Orch. Java 553 1905, con annotazione (=Sarcochilus luniferus) Java; Ind.or., ha come omonimo il più tardivo Chiloschista lunifera (Rchb. f.) Schltr.in  Repertorium Specierum Novarum Regni Vegetabilis, Beihefte 4: 275. 1919, descrizione però tardiva e quindi non valida.


Chiloschista lunifera
tavola CDXIX di J.J.Smith


Chiloschista lunifera
photo by Naresh Swami, nell'Est Himalaya

qui viene presentata la vera Chiloschista lunifera !


Sarcochilus luniferus
fu descritto da Bentham ed Hooker nel 1889 in Curti’s botanical magazine tav.7044 sulla base di Thrixspermum luniferum Rchb.f.


questa è la descrizione che fece Reichenbach del Thrixspermum luniferum

fa sorridere la sua frase:

"Trix-sper-mum! che brutto nome, qualcuno può dire. Ed è invero non molto eufonico  "

cioè suona un pò..strano :-)

ritengo che possa essere corretto seguire le indicazioni di Schlechter, in quanto le piante originarie da Java sono diverse da quelle che crescono nelle regioni himalayane, e quindi scindere l'attuale Chiloschista lunifera in Chiloschista javanica e Chiloschista lunifera (=Chiloschista indica)




Sarcochilus luniferus fu scoperto dal rev. Parish vicino a Moulmein nel Tenasserim e fu mandato a Messrs Veitch nel 1868.
L’osservazione principale fu che la pianta nel suo stato ordinario non ha foglie, le radici sono molte, lunghe 3-5 inches ed appiattite. Sepali e petali gialli macchiati di arancio. Labello bianco, saccato, con lobi laterali larghi, eretti, ovato ottusi; il lobo mediano minuto e ricurvo, e due spesse carene sul disco papilloso. Antera emisferica, con in ogni lato uno sperone setiforme ed uno più corto frontalmente.
Pollinia due, globosi

Suoi sinonimi sono:

Chiloschista indica J.J. Smith
(Chiloschista javanica Schltr.: per me invece si tratta di una specie autonoma)
Chiloschista lunifera (Reichenbach f.) Schlechter




Chiloschista lunifera  drawn by King e Pantling

Chiloschista lunifera si trova nell’est Himalaya, India, Assam, Myanmar, Thailand, Laos

viene descritta come presente a Java, ma ritengo che queste piante più correttamente debbano essere chiamate Chiloschista javanica)

Il suo habitat naturale sono foreste semi-decidue o decidue, dove cresce ad altitudine di 150-800 metri.

Si tratta di una epifita di piccole dimensioni, senza foglie, che cresce in zone calde, con radici grigio verdi. Occasionalmente, nel periodo di maggior crescita e con alti livelli di umidità, la pianta può sviluppare una o due piccole foglioline, che poi cadono all’arrivo dell’autunno.

Se osserviamo la tavola di King e Pantling e la descrizione fatta da Reichenbach, il fiore della Chiloschista (=Thrixspermum) lunifera sono "giallastri, con disco bruno, eccetto il bianco labello che porta strie porpora. Il callo del labello, a forma quasi di mezzaluna, è coperto da molte papille".

Chiloschista lunifera fiorisce in inverno o primavera su di un racemo eretto, pubescente, lungo 7-30 cm, che si forma dalla massa di radici grigio verdi e che porta da 6 a 20 fiori, spesso fragranti.


Chiloschista lunifera nel Vietnam
photo by Vũ Định An



in commercio però si trovano di norma cloni a fiori rosso scuro, con di 1.5-2 cm.


dark clone, photo by Monchai Chanyangam



photo by Monchai Chanyangam



Chiloschista lunifera
according to Monchai Chanyangam



chiloschista lunifera "dark", da me coltivata

chiloschista lunifera "dark", da me coltivata

questo clone presenta i sepali e tepali di color porpora vinaccia, bordati di bianco crema; i lobi laterali del labello sono alti e striati di porpora all'interno


Chiloschista lunifera è stata scoperta di recente anche in Vietnam, dove però è rara
qui riporto al riguardo i dati forniti dal botanico russo Averyanov:

" in Vietnam è una epifita della chioma e dei rami degli alberi.
Habitat: asciutte foreste di piante sempreverdi a foglia larga, su alti alberi che crescono lungo ruscelli e torrenti. 300–1000 m.
Fiorisce in aprile-maggio

Fu descritta inizialmente dalla Birmania ( Myanmar) (“… Burmah possesses this species”). 

Syntypes (“Messrs. Veitch & Sons”) – W (“Herb. Reichenbach 26237 [W 0017162], Herb. Reichenbach 41550 [W 0017163], Herb. Reichenbach 41549 [W 0017164], Herb. Reichenbach 11583 [W 0017165]”).

Distribuzione:  Myanmar, Taiwan, Thailand, Laos, Java e nel Vietnam nella provincia di Dak Lak (Lak district, Krong No) dove è molto rara ( Stimated IUCN Red List status – EN. ( minacciata).)


Note. Peculiare specie ornamentale, altamente richiesta sul mercato nazionale ed internazionale di orchidee  "  


tavola tratta  da Averyanov, che identifica questa pianta come Chiloschista lunifera in Vietnam


Chiloschista nakornpanomensis  (?)

in Thailandia, e poi nell'anno 2019-20 anche in qualche mostra di orchidee in Italia, venne venduta questa chiloschista col nome di Chiloschista nakornpanomensis.

Si tratta di un nome non ufficiale, in quanto mai descritto nè pubblicato come tale su nessuna rivista botanica.

il nome riflette la località in cui fu trovata per la prima volta: Nakhon Phanom nella Thailandia est, al confine con il Laos; quindi il nome corretto sarebbe Chiloschista nakhonphanomensis !!

qui posto una foto, fatta in Thailandia, di questa specie, e la paragono alla molto simile Chiloschista parishii

 
                                  Chiloschista nakornpanomensis                                                                             Chiloschista parishii
                                                                                             photoes by Worranittha Koenig

                                

Chiloschista nakornpanomensis
photo by John Varigos



photo by Spencer Hauck  (as Chiloschista nakornpanomensis)

Chiloschista identificata come Chiloschista nakornpanomensis ma che ritengo possa essere Chiloschista trudelii


tabella climatica dell'area di Nakhon Phanom


gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
non
dic
estremo max °
36
38
41
42
40
37
36
36
36
35
36
35
estremo min °
7
9
8
16
19
21
22
21
20
15
11
4
pioggia in mm
3
31
60
101
257
409
503
580
290
97
10
5




Chiloschista parishii Seidenfaden

Descritta da Gunnar Seidenfaden in Opera Botanica 95: 176. 1988  con annotazione: Burma Thailand Nepal Sikkim Bhutan India.

Typus: collector M.C. Chang, in Taiwan: Pingtung County, Shantimen, Derwern Village, 450 m

Chiloschista parishii si trova anche nel Vietnam, Birmania, Thailandia, NE India, Buthan, Nepal..

di norma ha il sepalo dorsale piegato in avanti, mentre la simile Chiloschista lunifera lo ha un pò più eretto.

dai disegni pubblicati, la vera Chiloschista parishii, inoltre, ha il labello piuttosto rotondeggiante, e presenta grossolane macule su petali e sepali e anche sulla parte esterna del sacco del labello

Fig. 4. Chiloschista parishii Seidenfaden. A: Inflorescence. B: Front view of flower. C: Side view of lip and column. D: Top view of lip. E: Top view of column and column-foot. F: Top view of pollinia and stipe. G: Ventral view of pollinia and stipe. H: Front view of lip. I: Side view of column and column foot. J: Front view of flower of Chiloschista segawai. K: Front view of lip of C. segawai.      ( tratto da  Newly Discovered Native Orchids of Taiwan. Tsan-Piao Lin e Wei-Min Lin) 

 

 
Chiloschista parishii in situ
( from Wins Buddhawong )




Chiloschista parishii in situ
( from Wins Buddhawong )


Chiloschista parishii
( from Wins Buddhawong )




Chiloschista parishii in situ
( from Wins Buddhawong )


Chiloschista  parishii
by Khunchai Chang


Chiloschista parishii
foto dell'amico brasiliano
 Federico Carotti



Chiloschista parishii
( from Wins Buddhawong )



    

Chiloschista parishii

(from web)

 

Chiloschista parishii
Photo from idao.plantnet-project.org 

 

Chiloschista parishii
Photo from idao.plantnet-project.org

attenzione:

per vedere come la sua identificazione sia spesso errata, guardate una pianta, premiata nel 2018 col nome di  
di Chiloschista parishii dalla AOS, ma su di cui avevo avuto anche io allora molti dubbi che si potesse trattare di una vera Chiloschista parishii: in effetti era un ibrido di Chiloschista parishii. 

photo from   https://www.aos.org/sitf-blog/chiloschista-parishii-2018-09-17.aspx 

aggiornamento: 30/7/19:

infatti sul sito AOS di recente è apparso una nota in grassetto con correzione del post, e quindi ora più correttamente questa pianta viene identidicata come "un gruppo di ibridi di chiloschista parishii"

( negli ultimi anni vengono messe sul mercato chiloschista ottenute da riproduzioni non identificate correttamente e/o incrociate tra loro in modo non selettivo, con quindi confusione nella determinazione)

Chiloschista-parishii-2018-09-17***SITF has determined that this is a group of hybrids of parishii (April 2019) given the differences in flower markings and also the tag which shows parishii (x).**

cioè il SIFT (Species Identification Task Force ) lo ha determinato ora così, in base alle differenze delle macule del fiore.

 

Chiloschista phyllorhiza (F.Muell.) Schltr

Descritta da Schlechter in Botanische Jahrbücher für Systematik, Pflanzengeschichte und Pflanzengeographie 56: 492. 1921, sulla base di Sarcochilus phyllorhizus F.Mueller, trovato sul promontorio di Capo York, Australia.

Chiamata in loco: White Starfish Orchid

Sarcochilus phyllorrhizus F.Mueller, in Fragm. 5: 201 (1866); Thrixspermum phyllorhizum Rchb.f., Beitr. Syst. Pflanzenk. 71 (1871).
Type: Ad promontorium Cape York, E. Daemel s.n. (holo MEL; iso W). Da notare che il nome specifico originale è pubblicato con due r

Distribuzione

Si trova nelle parti nord del Northern Territory e nel Queensland, dove cresce in alcune isole dello stretto di Torres e nel nord-east, dalla penisola di Cape York al Tully River.

Altitudine: 0-200 m.

E’ presente anche in Indonesia e New Guinea.

Descrizione

Pianta senza foglie, epifita o litofita, a formare piccoli ciuffi. Radici numerose, radiate, appiattite, 10-20 cm x 0.6-0.1 cm, da grigio-verde a verde scuro, ruvide. Stelo inconspicuo, lungo meno di 0.5 cm. Foglie assenti. Inflorescenza è un racemo ascellare, arcuate, lungo 50-150 mm, sottile, rigido. Fiori numerosi, resupinati, più o meno eretti, a forma di stella, 10-14 mm x 10-14 mm, bianco cristallino con labello giallo. Sepali e petali ampiamente dispiegati.  Sepalo dorsale libero, eretto, da obovato ad ovato, 4-6 mm x 3-4 mm. Sepali laterali simili al sepalo dorsale, divergenti, 4-6 mm x 3-4 mm, base fusa al piede della colonna. Petali ovati, 4-5 mm x 3-4 mm. Labello dissimile ai sepali e petali, lungo 2.5 mm, incernierato all’apice del piede della colonna, 3-lobato; lobi laterali lunghi 2 mm, eretti; lobo mediano lungo 1 mm long, incurvato, carnoso, giallo, densamente peloso. Colonna lunga 1.5. Piede della colonna lungo 2 mm, ad angolo retto con la colonna.  Entrambe la colonna ed il piede della colonna con marcature rosso-porpora sulla superficie interna. Capsule allungate, deiscenti.

Ecologia

E’ presente ai margini di rain forest e in crinali e  pendii riparati, crescendo su alberi in paludi ed in vegetazioni lungo ruscelli. Le radici brillano quando umide, ma queste piante non sono facilmente osservabili e quindi sfuggono facilmente. I fiori durano uno-due giorni, talora si chiudono di notte per aprirsi il giorno dopo; sono piacevolmente profumati.
La fioritura avviene in sporadiche esplosioni, con le piante nella stessa area che fioriscono simultaneamente.

Localmente è pianta comune.

Periodo di fioritura: novembre-febbraio (in Australia)

Note: questa pianta senza foglie ha verdi radici piatte che contengono clorofilla e sono fotosintetiche.

 




Chiloschista pulchella Averyanov & K.S. Nguyen, sp. nov.

Descritta come proveniente dal Laos centrale
(Laos, provincia di Khammoune, distretto di Boualapha, all'interno del territorio di Hin Nam No, area naturale protetta, foresta secca primaria sempreverde e foresta decidua di latifoglie, su pendio roccioso molto ripido, vicino a sommità di collina carsica, composta da calcare, simil marmo, altamente eroso, a 350-430 m slm, epifita su alti alberi, rara)

Typus: 9 maggio 2018, L. Averyanov, K. S. Nguyen, T. Maisak, L. Xaiyavongsa, S. Keovankham, AL 889 - LE (olotipo).

Distribuzione: Laos centrale: provincia di Khammoune (distretto di Boualapha, territorio di Hin Nam No, area naturale protetta). Endemica. Habitat, ecologia e stato di conservazione: minatura, epifita, afilla, cioè senza foglie, e che cresce in foreste primarie sempreverdi e semidecidue, di latifoglie, su calcari carsici rocciosi, ad un'altitudine di 350-430 m. Rara. Attualmente, lo stato della lista rossa IUCN deve essere ancora accertato, in quanto i dati sono carenti (Data Deficient).

Etimologia: l'epiteto specifico si riferisce ai fiori attraenti e colorati, con i lobi laterali del labello color porpora.

Chiloschista pulchella differisce sorprendentemente da tutti i suoi congeneri per via dell’apice del labbro piatto (e non carnoso), il lobo mediale del lobo sezionato in due piccoli lobuli subulati, e dalla presenza di grandi macchie porpora sui lobi laterali del labbro, cosa che non si trova mai in nessun altro specie del genere.
Questa nuova specie appartiene al gruppo di specie di Chiloschista che hanno un semplice opercolo (che non ha cioè alcuna appendice), ma non ha nessuna somiglianza con le altre specie di questo gruppo. Formalmente, può essere paragonata a C. exuperei (Guillaumin) Garay, che ha anch’essa il lobo mediano del labello bilobulato. Tuttavia, entrambe queste specie sono ovviamente diverse nella loro morfologia floreale.



Chiloschista pusilla (Willdenow) Schlechter

ATTENZIONE: ora è chiamato  Taeniophyllum pusillum (Willdenow) Seidenfaden & Ormerod

descritto da Willdenow nel 1805 in Species Plantarum come Limodorum pusillum: " afillo, habitat in India orientale su alberi"; fu trasferito nel genere Chiloschista da Schlechter ed infine nel 1995 da Seidenfaden e Ormerod nel genere Taeniophyllum, come Taeniophyllum pusillum.

Quindi è necessario correggere i cartellini delle piante vendute come Chiloschista pusilla !!  dovete scrivere Taeniophyllum pusillum

Taeniophyllum pusillum, photo by Worranittha Koenig

Taeniophyllum pusillum, photo by Worranittha Koenig


Chiloschista ramifera Seidenfaden

Descritta da  Gunnar Seidenfaden in Opera Botanica 95: 179. 1988.

Annotazione: Thailand

Si trova in Thailandia, come una piccola pianta epifita, che cresce in clima caldo, fiorisce in primavera con una inflorescenza pendula, lunga fino a 33 cm, con molti fiori, anche fino a 22; l’inflorescenza si sviluppa con due foglie presenti e porta fiori profumati.

 I fiori sono gialli di fondo, coi margini biancastri, e presentano diffuse macchie bruno arancione



Chiloschista rodriguezii Cavestro & Ormerod

Descritta da William Cavestro e Paul Ormerod in Orchidophile (Asnières) 166: 180. 2005.

Nominata in onore del suo raccoglitore, Xavier Rodriguez

Pianta epifita, si trova in Thailandia, ad altitudine di circa 500 fino a 1000 m, in clima caldo; trovata nel Thampla-Phasua Waterfall National Park, nel nord Thailandia, vicino al confine con la Birmania come a Mae Hong Son, vicino a Chiang Mai.

Orchidea epifita, monopodiale, descritta di recente (2005); fusto corto con numerose, sottili, lunghe radici fotosintetiche, rotondeggianti in sezione
Foglie assenti o ridotte a piccole squame.
Inflorescenza pendula o semieretta, lunga 15-20 cm.
Fiori 5-20, larghi circa 1 cm, di color bianchiccio o bianco-crema, pubescenti esternamente; labello saccato, giallo con strie porpora-marrone nei lobi laterali; ovario verdino, pubescente.
Fioritura: aprile-maggio

si tratta di una specie facilmente identificabile per via del fiore biancastro, col labello giallo, che presenta striature porpora nei lobi laterali.

 

 tavola di erbario conservata al Queen Sirikit Botanic Garden (Thailandia)

 

mio esemplare di Chiloschista rodriguezii, fiorito maggio 2019
da notare le radici verdine, a sezione rotondeggiante

 

fiore tipico, bianco con labello giallo

 

qui presento il fiore visto di lato e mostro l'ovario pubescente

 

esemplare di Marni Turkel, con labello bianco, invece di giallo ( dal web)


esemplare pubblicato da TropicalExotique, con fiore tutto giallo (dal web)

esemplare tipico, pubblicato da Tropical Exotique ( dal web)


Chiloschista segawae (Masam.) Masamune & Fukuyama

così nominata da Genkei Masamune in Botanical Magazine, Tokyo 52(589): 247. 1938  sulla base di Sarcochilus segawai che lo stesso Masamune aveva descritto in Transactions of the Natural History Society of Taiwan 24: 212. 1934

Viene comunemente scritta come “segawai”, anche se il corretto spelling, in base alle norme della nomenclatura botanica, dovrebbe essere segawae

E' una chiloschista endemica di Taiwan

Presenta un labello saccato conico, mentre la molto simile Chiloschista parishii ha labello saccato rotondo.


photo of  Chiloschista segawae in Taiwan by 清 記

da notare il labello conico e non rotondo come nella simile Chiloschista parishii 



Chiloschista segawae in Taiwan  ( photo by her.sho@Msa.hinet.net )



Chiloschista segawae in Taiwan ( photo by 周敬庭(Jing-Tyng Chou) )



Chiloschista segawae in Taiwan ( photo by 周敬庭(Jing-Tyng Chou) )



( photo by her.sho@Msa.hinet.net)


 
Chiloschista segawai photo according to Gast

Chiloschista sweelimii  Holttum


Descritta da Richard Eric Holttum in Orchid Review 74: 147. 1966.

Annotazione: Malaya

Endemica del Perak, Malesia


 

  

Scrive Holttum:
“Affine a C.lunifera, da cui differisce per i petali e sepali vellutati pelosi, il calcare del labello ricoperto da peli, la base del lobo intermedio similmente peloso; lobo intermedio arrotondato, gli apici dei lobi laterali eretti, ridotti.
ha radici verdi,  arrotondate ( come in Ch. lunifera) e non piatte come nelle altre specie.
inflorescenza lunga 10 cm, coperta da peli, con 8-10 fiori; sepali e petali con peli eretti su entrambe le superfici, quelli sul retro un po’ più lunghi; sepali e petali giallo pallido con macchie arancione; labello minutamente papilloso esternamente, di un giallo molto pallido, arrotondato; lobi laterali, esternamente biancastri, internamente con bande rosso bruno; sperone esternamente giallo pallido con piccole macchie arancioni, internamente densamente coperto da peli biancastri, con callo bilobato similmente coperto alla base del lobo mediano.
Type: Lim Swee Lim in nord Perak, specimen in Kew Herbarium “


    







Chiloschista taeniophyllum (J.J.Sm.) Schltr


Schlechter nel 1921 in Botanische Jahrbücher für Systematik, Pflanzengeschichte und Pflanzengeographie 56: 492 (1921) trasferì
Sarcochilus taeniophyllus  J.J. Smith nel genere Chiloschista col nome Chiloschista taeniophyllum.

Il typus era originario dell’isola di Ambon, nell’arcipelago indonesiano delle Molucche, e fu descritto nel 1905 da J.J. Smith in Die Orchideen von Ambon 93. 1905 col nome Sarcochilus taeniophyllus.

Si tratta di una specie di cui non ho trovato nessuna foto, né in coltivazione né in situ.

Il disegno qui sotto è quello fatto da J.J. Smith col nome di Sarcochilus taeniophyllus



disegno di Sarcochilus taeniophyllus by
J.J. Smith


Occorrebbe una ricerca da effettuarsi nell'isola di Ambon per avere la sicurezza dell'esistenza di questa specie e della sua reale classificazione tassonomica.


Chiloschista treubii (J.J.Sm.) Schltr.

Descritta da J.J. Smith nel 1912 in Bulletin du Jardin Botanique de Buitenzorg, sér. 2 3: 66. 1912. col nome Sarcochilus treubii, fu trasferita nel genere Chiloschista da Schlechter nel 1921 in Botanische Jahrbücher für Systematik, Pflanzengeschichte und Pflanzengeographie 56: 492. 1921 con annotazione:  in obs. Sarcochilus Treuhii

Secondo Schlecter Chiloschista treubii è simile a C. loherii, ma se ne differenzia per il labello


Distribuzione: dalle Molucche alla New Guinea

Qui sotto allego il disegno fatto da J.J.Smith

  



Chiloschista trudelii  Seidenfaden

Descritta da Gunnar Seidenfaden nel 1987 in Die Orchidee 38: 310. 1987, con annotazione: Thailand


tavola del typus di Chiloschista trudelii publicata da Seidenfaden


Averyanov l’ha identificata anche a  Quang Binh  nel Vietnam

 

 

(these 3 photoes are taken from  © R. Jenny Chiloschista trudelii 
Swiss Orchid Foundation at the Herbarium Jany Renz.
Botanical Institute, University of Basel, Switzerland. Coll. Note: Seidenfaden )

 
Chiloschista trudelii è nativa della Thailandia e Vietnam. Si trova in foreste umide e muschiose, di conifere o piante miste; su rami, coperti di muschio, di vecchi e contorti alberi a bassa e media altitudine.
è una epifita senza foglie, fissata all’ospite, con numerose radici che crescono radialmente dal centro della pianta
Fiorisce in primavera con inflorescenza lunga 8-10 cm; i fiori sono larghi 1 cm, verde-giallastri, talora con qualche macchia color ruggine sui petali laterali, che sono coperti da peli sulla superfice esterna.
i lobi laterali del labello sono marcati internamente da numerose, piccole linee marroni.
L’ispessimento centrale del labello è coperto densamente da peli color ruggine.

La Chiloschista trudelii fiorisce in primavera con un'infiorescenza eretta e carnosa di 8-10 cm di lunghezza, con pochi fiori. I fiori hanno un diametro di circa 1 cm. Sono giallo-verdastro, a volte hanno qualche macchia color ruggine sui petali laterali. Sia petali che sepali e la base della colonna sono coperti di peli all'esterno. I lobi laterali del labello sono contrassegnati internamente da numerose, piccole linee rosso-marrone, mentre la base della colonna ha all'interno strisce dello stesso colore. L'ispessimento al centro del labello è densamente coperto di peli color ruggine. I fiori sono aperti, a volte hanno una forma a coppa, ed i petali e sepali sono concavi e incurvati in avanti verso le punte. Il largo labello, trilobato, è collegato alla base della colonna. I lobi laterali sono diritti e le loro cime sono larghe, da arrotondate a piatte. Il lobo centrale è molto piccolo. La colonna è molto corta e la sua base è lunga il doppio della colonna stessa.

 

Chiloschista usneoides (D.Don) Lindl. È il tipo protologo del genere Chiloschista
( protologo= prima definizione di un taxon)

Fu così chiamata da John Lindley nel 1832 in Edwards's Botanical Register 18: , tre pagine dopo la tavola di Angraecum ebuerneum ( t. 1522, anno 1832.)sulla base di Epidendrum usenoides Don in Prodromus Florae Nepalensis pag. 37. 1825. ( Annotazione: =Sarcochilus usneoides.)

il termine usneoides significa "affine alle Usnea", un genere di licheni  dal colore grigio-verdastro, i quali non sviluppano foglie e crescono ancorati su corteccia.



Fu pure descritta in modo dettagliato, come Sarcochilus usneoides,  da Reichenbach in Annales Botanices Systematicae 6: 497. 1863. 



Trovata nell'Himalaya occidentale, nell'Himalaya orientale a partire da Garhwal, e poi nel Nepal, nel Bhutan, nel Sikkim ed in Tailandia, con elevazioni da 1600 a 1700 metri, come una miniatura epifita o litofita, in ambiente da caldo a molto caldo, con molte radici lunghe, contorte, appiattite e verdi; fiorisce in estate su infiorescenza racemosa, eretta, pubescente, flessuosa, lunga da 5,5 a 11 cm, con pochi fiori, profumati. I fiori hanno un diametro di circa 1,3 cm e sono aperti, arrotondati alle estremità dei petali. I sepali interni sono leggermente più larghe dei petali esterni. Il labello è lucido, saccato, e ha 3 lembi; nella forma classica è di color giallino, risaltando così rispetto ai sepali e petali bianchi.


Chiloschista usneoides, photo by Khunchai Chang


Chiloschista usneoides, photo by Khunchai Chang



Chiloschista usneoides, photo by Khunchai Chang



Chiloschista usneoides, photo Manote Quahphanit


Chiloschista usneoides in situ, in Thailand
photo by Wins Buddhawong



Chiloschista viridiflava Seidenfaden


Descritta da Gunnar Seidenfaden nel 1988 in Opera Botanica 95: 175. 1988, con annotazione: Thailand

typus: provincia Chieng Mai, località Doi Sae Ked.
il nome indica che i fiori sono verde gialli

gli esemplari che ho visto etichettati con questo nome hanno i sepali e petali  di color giallo verdino, sfumati di bianco verso il bordo ed il labello è bianco

attenzione: molto spesso le foto sul web con questo nome non sono questa specie!

si veda ad esempio www.orchid.species e anche  AOS
prendete quindi le piante e/o le foto etichettate come Chiloschista viridiflava con molta cautela, di solito sono Chiloschista parishii o suoi ibridi.

ad esempio, qui sotto riporto la foto di una mia pianta etichettata come Chiloschista viridiflava (dalla mia collezione), ho molti dubbi però che questa identificazione sia corretta; per me si tratta di Chiloschista parishii.

 

questa mia pianta mi è arrivata etichetatta come Chiloschista viridiflava  (o parishii?)
il colore dei petali e sepali però sono piuttosto quelli di Chiloschista parishii o suoi ibridi


la mia Chiloscista viridiflava ( o parishii?) nel suo insieme



Chiloschista viridiflava, photo by Worranittha Koenig
questa sembra essere correttamente identificata

Chiloschista viridiflava, secondo Jenny (photo by Jenny)



Chiloschista viridiflava, photo by Keller


chiloschista viriflava ( photo Jenny)


   
   chiloschista viridiflava according to Peter Lin



chiloschista viridiflava according to Peter Lin


Chiloschista yunnanensis Schlechter


descritta da Schlechter in Repert. Spec. Nov. Regni Veg. Beih. 4: 74. 1919.

Type-Protologue Locality: China: Yunnan: Szemao, forests, 4000 ft. Collector and Number: A. Henry 11792A

vedi: Henry 11792 (presentato come Sarcochilus luniferus)   http://apps.kew.org/herbcat/getImage.do?imageBarcode=K000891269

distribuzione: Yunnan e Sichuan ( China)


tavola e testo pubblicata su Flora of China (www.eFloras.org)

in cinese:  yi xing lan  异 型兰

steli poco appariscenti, di solito senza foglie almeno all'antesi. Infiorescenze 1 o 2, pendule, verdi e macchiate di porpora, lunghe fino 26 cm, non ramificate, densamente pubescenti, fiorite in modo sparso; brattee floreali ovate-lanceolate, 3-4 mm, membranose, pelose. Fiori che si aprono largamente, giallastri o giallastri verdastri, marcati di marroncino nella metà basale; colonna biancastra, cappuccio dell’antera biancastro o giallo; pedicello ed ovario lungo circa 4 mm, densamente pubescente. Sepali ellittici od ovato-ellittici, 5-7 × 4-5 mm, arrotondati all’apice; mento piccolo ma distinto. Petali suboblonghi, 5-7 × 3,5-4,5 mm, subtroncati; labello 3-lobato; lobi laterali eretti, di forma strettamente oblunga, ca. 4 mm, con apice arrotondato; lobo mediano molto corto, retuso; disco concavo o superficialmente saccato, con appendice spugnosa; appendice marrone pallido, a forma di V. Colonna molto corta, piede di circa 4 mm; cappuccio dell’antera con 2 appendici filiformi su entrambi i lati. Capsula arcuata, cilindrica, circa 4 cm × 4-5 mm.
Fioritura marzo-maggio

Epifita su tronchi ai margini delle foreste o in foreste aperte; a 700-2000 m.
W Sichuan, S and SW Yunnan.



Chiloschista yunnanensis, da me coltivata
le maculazioni sui petali e sui sepali la fanno identificare facilmente

   


         

foto di Liaofu Wang

Chiloschista yunnanensis in situ
(photo from fpcn.net)


chiloschista yunnanensis by Wenqing Perner

Nota:

questa specie può essere identificata con facilità per i suoi fiori che si aprono ampiamente, giallastri o giallastro-verdino, marcati da macchie rosso-marroncino nella metà basale dei petali e sepali


Coltivazione

per la coltivazione delle Chiloschista ritengo sia utile considerare che queste piante in natura sono epifite su tronchi o rocce, ben esposte alla luce, proprio per permettere alle loro radici di effettuare la sintesi clorofilliana. Eviterei però il sole troppo diretto.

Può essere coltivata anche sotto luce artificiale, con fotoperiodo di 10-12 ore.

Oltre a questo, necessitano di una ottima umidità ambientale, idealmente almeno tra 65 e 80%

io le coltivo montate su tavolette di legno o pezzi di corteccia di sughera e robinia o su tavolette ricavate da pannelli di sughero compresso.

Ho ricevuto anche una Chiloschista, proveniente da una nursery giapponese, coltivata su di un supporto sintetico di plastica a rete (vedi il paragrafo relativo a Chiloschista rodriguezii ).

Importante è avere una elevata umidità relativa, come nell'habitat di origine.

Temperatura:

nella mia serra la temperatura in estate è molto elevata, anche più di 30° di giorno e oltre 20° di notte. In inverno, ho sui 10-12° di notte.

Substrato:
siccome fanno la sintesi clorofilliana dalle radici, le chiloschista non vanno tenute in vaso, in quanto le radici devono essere esposte totalmente alla luce. Vanno perciò ben fissate ad pezzo di corteccia di sughera (Quercus suber), il più liscio possibile, a ricordare il tipo di corteccia su cui crescono in natura. Personalmente non metto nè sfagno nè muschio sotto le radici. Si può usare anche corteccia di robinia o altre piante idonee ed anche tavolette ricavate da pannelli di sughero compresso.

Si può tenere in estate fuori, in giardino, se le condizioni di umidità sono molto alte; in caso contrario le radici si seccano con facilità e quindi, se tenute fuori, bisogna bagnare e nebulizzare molto spesso.

Concimazione:

io uso acqua osmotica tutto l'anno, e va benissimo anche l'acqua piovana.

Nei mesi estivi, in base alla temperatura ed alla quantità di luce, aggiungo nell'acqua un pò di concime, sopratutto nei mesi estivi, in cui la pianta utilizza più luce; questo perché le chiloschista, non avendo foglie, assorbono solo dalle radici i minerali solubili.

Cerco di usare un concime che abbia azoto in forma nitrica e ammoniacale, senza urea, adoperandolo fino ad una conducibilità di 200-300 microsiemens; ma questo va stabilito da ogni coltivatore, in base alle proprie idee ed esigenze.

Note:

la fioritura è facilitata dal fisiologico abbassamento della temperatura notturna che avviene in inverno, periodo in cui si consiglia di ridurre anche le bagnature; controllare però che le radici non si asciughino troppo, in quanto va assolutamente evitato che si raggrinziscano, pena la perdita della pianta, in quanto non ha foglie che possano fungere da riserva.


Scheda esemplificativa climatologica

qui sotto riporto la scheda della Chiloschista usneoides che i mitici Baker's avevano pubblicato anni fa come free sheet;

la riporto a titolo esemplificativo anche per le note di coltivazione, che valgono in pratica per quasi tutte le specie di Chiloschista:

Chiloschista usneoides (Don) Lindley

AKA: Sarcochilus usneoides Rchb. f.

ORIGIN/HABITAT: Northern Himalaya region, from Garhwal in the west, through Nepal, and into Sikkim.

Plants are reportedly found at about 5400 ft. (1650 m), but details of the type of habitat were not reported.

CLIMATE: Station #42295, Darjeeling, India, Lat. 27.1N, Long. 88.3E, at 7431 ft. (2265 m).
Temperatures are calculated for an elevation of 1650 m, resulting in probable extremes of 29°C and 1°C.

N/HEMISPHERE    JAN  FEB  MAR  APR  MAY  JUN  JUL  AUG  SEP  OCT  NOV  DEC

HUMIDITY/%           83     82     73       78     88      93     95    95     93     87       79      78

BLOOM SEASON                        *       *          **       *       *

RAIN/mm                 13     28      43      104   216     589  798   638    447  130     23      8

C° AVG MAX           12      13     18        21    22       22     23    22      22    20      16     13

C° AVG MIN             6       6       9          13    15       17     18    17      16    14        9      7

DIURNAL RANGE    6      7       9           8       7         5       5      5        6      6        7       6


qui sotto ho tradotto il testo americano dei Baker's:

Consigli culturali:

LUCE: 1200-1800 fc. Sono richieste condizioni piuttosto luminose. La luce dovrebbe essere filtrata o diffusa e le piante non dovrebbero mai essere esposte al forte sole diretto. È necessario fornire un forte movimento dell'aria. Quando si usano dispositivi di raffreddamento evaporativi, le piante probabilmente trarranno beneficio se collocate nel flusso d'aria forte, freddo e umido vicino all'uscita.

TEMPERATURE: giorni estivi in ​​media 22-23° C e notti in media 17-18° C, con un intervallo diurno di 5° C

UMIDITÀ: 90-95% in estate e all'inizio dell'autunno, scendendo all'80-85% per la maggior parte del resto dell'anno.

ACQUA: Le piogge sono molto intense dalla tarda primavera all'autunno. La quantità di pioggia diminuisce rapidamente in autunno quando si entra nella stagione secca invernale di 3-5 mesi. Nella regione del Garhwal, il modello stagionale è lo stesso, ma la stagione delle piogge estive non è abbastanza lunga o umida come indicato nella tabella climatica.

Le piante coltivate dovrebbero essere annaffiate frequentemente in estate, ma l'acqua dovrebbe essere ridotta in autunno.

CONCIME: un fertilizzante bilanciato miscelato ad 1/4-1/2 della dose consigliata dovrebbe essere applicato settimanalmente durante i periodi di crescita attiva. Il fertilizzante dovrebbe essere ridotto quando l'acqua viene ridotta in autunno.

PERIODO DI RIPOSO: nei giorni invernali la media dovrebbe essere sui 12-13° C di giorno e  6-7° C di notte, con un intervallo diurno di 7° C.

Le piogge sono molto basse nell'habitat per 3-4 mesi in inverno, ma c'è molta umidità aggiuntiva, fornita dalla forte rugiada durante la maggior parte della stagione secca.

Le piante coltivate dovrebbero essere lasciate asciugare tra le annaffiature, ma non dovrebbero rimanere completamente asciutte per lunghi periodi. Una leggera nebulizzazione mattutina ogni qualche giorno, soprattutto con tempo soleggiato e luminoso, eviterà che le piante diventino troppo secche. Potrebbe non essere necessario che il riposo invernale sia così lungo o severo come è indicato nella tabella climatica, ma le condizioni di asciutto con basse temperature inferiori a 10° C dovrebbero essere previste per almeno 3 mesi.

mia osservazione: i valori indicati in tabella valgono per questa specie e sono riferite al clima di Darjeeling (NE India); in realtà questa specie cresce in una vasta area, tra cui il nord Thailandia, ove le temperature in inverno non sono certo così severe.

io la coltivo in una serra in cui, d'inverno, la temperatura non va sotto i 12 °

  io elimino il fertilizzante durante l'inverno e riprendo gradualmente le concimazioni in primavera.

SUBSTRATI DI CRESCITA: poiché queste piante non hanno foglie, la fotosintesi, che nelle altre orchidee viene per lo più eseguita nelle foglie, qui viene invece effettuata nelle radici.

Pertanto, le radici devono essere esposte alla luce solare, ma non al sole diretto nelle ore centrali della giornata.

Le piante sono solitamente montate su corteccia o piccoli rami di alberi. Di solito sembrano crescere meglio su superfici relativamente lisce, come in natura ove si trovano di solito su alberi a corteccia liscia; ma alcuni le coltivano ​​su tavolette di felce arborea.

L'umidità deve essere elevata e le piante devono essere annaffiate almeno una volta al giorno in estate. Diverse irrigazioni al giorno possono essere necessarie, durante i periodi molto caldi e asciutti, soprattutto per le piante montate su corteccia o tavole di legno.

puoi vedere il testo originale dei Baker's sulla Chiloschista usneoides qui:  https://orchidculture.com/COD/FREE/FS269.html


vai alla mia pagina principale

      dalla creazione dell'account ShinyStat (22/5/20)