Cymbidium
articolo scritto da Gianantonio Torelli, medico e botanico
rev. gennaio 2020
Introduzione
Distribuzione
Classificazione
Coltivazione
Dati metereologici di un
tipico habitat di Cymbidium
Substrato
Dimensione vasi
Fertilizzazione
Rinvaso
Cure mensili
Richieste culturali
Aria ed acqua
Eliotropismo
Malattie e parassiti
Riproduzione


questa foto
vuol rendere omaggio a Berto
Voltolini,
l’anziano aiutante dell’autore, vicino al suo Cymbidium,
fiorito dopo un’estate passata in giardino a Borgo Valsugana.
Berto è purtroppo scomparso qualche anno fa
ed
in suo onore descrissi questa nuova Pleione cinese col nome di
Pleione
voltolinii.
Introduzione
I
Cymbidium sono tra le orchidee più facilmente reperibili in commercio,
dopo le Phalaenopsis e le "Cambria"; nelle festività invernali e
primaverili è facile trovare piante di Cymbidium fiorite in vendita al
mercato, nei negozi di fioristi o nei garden center. È facile regalarne
uno o riceverne uno in regalo. I guai iniziano quando, passata la
fioritura, non si sa come trattare questa pianta, che quasi sempre
languisce in un angolo della casa o del giardino, rifiutandosi di
fiorire anno dopo anno. Ma è davvero così difficile far rifiorire
questa orchidea? Assolutamente no. Anzi, le cure che richiede sono
pochissime, a condizione di conoscere bene le sue richieste culturali.
E soprattutto, se ben trattata, fiorisce con incredibile regolarità e
facilità. E di solito, una volta che riusciamo a farla rifiorire, ci
attacca il virus dell’orchidofilia, quella malattia che ci fa amare
così tanto queste bellissime piante. Io, come tanti altri amici, ho
iniziato con unibrido di Cymbidium commerciale; la soddisfazione di
averlo fatto fiorire, mi ha fatto passare ad altre orchidee, sempre più
difficili da far fiorire e studiarle dal punto di vista botanico ed
evolutivo.
In particolare mi sono interessato allo studio dei generi Cymbidium, Coelogyne, Bletilla, Pleione, Miltoniopsis, etc.
Ancora valida, pur se datata, è questa mia monografia sul genere Pleione
![]()
Ma veniamo ai Cymbidium. Sono per lo più
orchidee
epifite, che crescono cioè sulla corteccia degli alberi; talora
possono essere semi-terrestri, quando crescono alla base degli alberi,
in humus fogliare; oppure, ma molto più raramente, litofite,
quando crescono sulle rocce. Sono caratterizzate da grosse radici
carnose, ricoperte da un velamen bianco. Hanno sviluppo simpodiale, in
quanto producono il nuovo getto annualmente su di un corto rizoma; col
passare degli anni gli pseudobulbi risultano quindi strettamente
ammassati fra loro.
Ogni pseudobulbo porta da 3 a 12 foglie, che
in certe specie sono dure e coriacee, mentre in altre sono sottili e
flessibili. L’inflorescenza può essere eretta, arcuata o
pendula ed emerge, per lo più, in autunno dalla base dello
pseudobulbo maturo. Il fiore, come in tutte le orchidee, è
costituito all’esterno da un sepalo dorsale e da due sepali
laterali, all’interno da due petali e da un labello, che è
la parte più vistosa e colorata del fiore, ed il cui fine
è quello di attirare, in natura, l’insetto impollinatore.
L’antera porta due pollinia. Lo stigma è posto sotto la
colonna, direttamente dietro l’antera.
Il numero dei cromosomi nel genere Cymbidium
è 2n=40.

Distribuzione
Il genere Cymbidium
è
distribuito principalmente nel Sud Est asiatico, dal Nord ovest
dell’India ( Sikkim, Khasia Hills, Nepal, Bhutan etc) alla Thailandia e
Malesia sino al Giappone,Filippine, etc, per arrivare a sud, con
alcune specie endemiche, sino all’Australia.
Cresce per lo più sopra i 1000 m d’altezza; solo poche specie (Cym.aloifolium
e
Cym.finlaysonianum,
ad es.) crescono a livello del mare
Classificazione
Il genere Cymbidium fu stabilito da Olof
Swartz nel 1799, quando trasferì l’Epidendrum
aloifolium Linnaeus nel nuovo genere Cymbidium,
col nome di Cymbidium aloifolium (L) Sw, in Nova
Acta Regiae Societatis Scientiarum Upsaliensis 6: 70. 1799.
Cribb anni fa riconobbe nel genere Cymbidium 5
subgeneri (subgeneri Cymbidium, Cyperorchis, Jensoa, Geocymbidium,
Pachyrhizanthe) con 44 specie .
Oggi (2018) sono riconosciute invece 91 specie:
genere Cymbidium Swartz.
Orchidaceae
-
Epidendroideae
-
Cymbidieae
-
Cymbidiinae
- Cyanaeorchis
- Cymbidium
- Grammatophyllum
- Graphorkis
- il genere Cymbidium fu stabilito
da Olof Swartz in Nova
Acta Regiae Societatis Scientiarum Upsaliensis 6: 70. 1799; typus: Cym.
aloifolium (Linnaeus) O. Swartz basato su Epidendrum aloifolium
descritto da Carl von Linnaeus in Species
Plantarum 2: 953. 1753.
queste sono le specie comprese nel genere Cymbidium ( anno
2019):
- Cymbidium acuminatum M.A.
Clem. & D.L. Jones
- Cymbidium aestivum Z.J.Liu
& S.C.Chen
- Cymbidium aliciae Quisumb.
- Cymbidium aloifolium (L.)
Sw.
- Cymbidium atropurpureum (Lindl.)
Rolfe
- Cymbidium x ballianum Rolfe
- Cymbidium banaense Gagnep.
- Cymbidium x baoshanense F.Y.Liu
& Perner
- Cymbidium bicolor Lindl.
- Cymbidium
bicolor subsp.
pubescens (Lindl.) Du Puy & Cribb
- Cymbidium borneense J.J.
Wood
- Cymbidium canaliculatum R.
Br.
- Cymbidium changningense Z.J.Liu
& S.C. Chen
- Cymbidium chloranthum Lindl.
- Cymbidium cochleare Lindl.
- Cymbidium concinnum Z.J.Liu
& S.C.Chen
- Cymbidium cyperifolium Wall.
ex Lindl.
- Cymbidium
cyperifolium var. szechuanicum
(Wu & Chen) Chen & Liu
- Cymbidium
dayanum Rchb.
f.
- Cymbidium defoliatum (Y.S.Wu
& S.C.Chen)
- Cymbidium
devonianum Paxton
- Cymbidium
eburneum Lindl.
- Cymbidium
elegans Lindl.
- Cymbidium
elegans var.
lushuiense (Liu,Chen &Shi) Liu & Chen
- Cymbidium elongatum J.J.
Wood, Du Puy & Shim
- Cymbidium ensifolium (L.)
Sw.
- Cymbidium
ensifolium var. munronianum ( King
& Pantl.) Tang & Wang
- Cymbidium
erythraeum Lindl.
- Cymbidium
erythraeum var.
flavum ( Liu & Yong Zhang) Liu, Chen &
Cribb
- Cymbidium
erythrostylum Rolfe
- Cymbidium faberi Rolfe
- Cymbidium
finlaysonianum Lindl.
- Cymbidium floribundum Lindl.
- Cymbidium x florinda auct.
- Cymbidium x gammieanum King
& Pantl.
- Cymbidium gaoligongense Z.J.Liu
& J.Yong Zhang
- Cymbidium x glebelandense Rolfe
- Cymbidium goeringii (Rchb.
f.) Rchb. f.
- Cymbidium haematodes Lindl.
- Cymbidium hartinahianum J.B.
Comber & Nasution
- Cymbidium x hillii F.Muell.
ex Regel
- Cymbidium hookerianum Rchb.
f.
- Cymbidium
iansonii Rolfe (=Cymbidium lowianum var. iansonii (Rolfe)
Cribb & Du Puy
- Cymbidium induratifolium
Z.J.Liu & J.N.Zhang
- Cymbidium
insigne Rolfe
- Cymbidium
iridioides D.
Don
- Cymbidium
kanran Makino
- Cymbidium
lancifolium Hook.
- Cymbidium longipes Z.J. Liu
& J.N. Zhang
- Cymbidium
lowianum (Rchb.f.)
Rchb.f.
- Cymbidium
lowianum var. kalawense
(Colyear) Govaerts
- Cymbidium macrorhizon Lindl.
- Cymbidium madidum Lindl.
- Cymbidium maguanense F.Y.
Liu
- Cymbidium mannii Rchb.
f.
- Cymbidium mastersii Griff.
ex Lindl.
- Cymbidium micranthum Z.J.
Liu & S.C. Chen
- Cymbidium multiradicatum Z.J.
Liu & S.C. Chen
- Cymbidium munroanum King
& Pantl.
- Cymbidium nanulum Y.S.Wu
& S.C.Chen
- Cymbidium x nomachianum T.Yukawa
& Nob.Tanaka
- Cymbidium x nujiangense
X.P.Zhou, S.P.Lei & Z.J.Liu
- Cymbidium x oblancifolium Z.J.Liu
& S.C.Chen
- Cymbidium omeiense Y.S.
Wu & S.C. Chen
- Cymbidium parishii Rchb.
f.
- Cymbidium paucifolium Z.J.
Liu & S.C. Chen
- Cymbidiumx purpuratum L.J.Chen,
L.Q.Li & Z.J.Liu
- Cymbidium
qiubeiense K.M.
Feng & H. Li
- Cymbidium rectum Ridl.
- Cymbidium recurvatum Z.J.
Liu, S.C. Chen & P.J. Cribb
- Cymbidium rhizomatosum Z.J.
Liu & S.C. Chen
- Cymbidium x rosefieldense
hort
- Cymbidium roseum J.J.
Sm.
- Cymbidium sanderae (Rolfe)
P.J. Cribb & Du Puy
- Cymbidium schroederi Rolfe
- Cymbidium serratum Schltr.
- Cymbidium sichuanicum Z.J.Liu
& S.C.Chen
- Cymbidium sigmoideum J.J.
Sm.
- Cymbidium
sinense (Jacks.)
Willd.
- Cymbidium suave R.
Br.
- Cymbidium suavissimum Sander
ex C.H. Curtis
- Cymbidium teretipetiolatum Z.J.Liu
& S.C.Chen
- Cymbidium tigrinum C.S.P.Parish
ex Hook.
- Cymbidium tortisepalum Fukuy.
- Cymbidium
tortisepalum var. longibracteatum
( Wu & Chen) Chen & Liu
- Cymbidium
tracyanum L.
Castle
- Cymbidium
wadae T. Yukawa
- Cymbidium wenshanense Y.S.
Wu & F.Y. Liu
- Cymbidium whiteae King
& Pantl.
- Cymbidium wilsonii (Rolfe
ex De Cock) Rolfe
- Cymbidium x
woodlandense hort
il
nome Cymbidium,
scelto da Swartz, deriva dal latino: "cymba"
(o
cumba)=
(a forma di) barchetta, navicella oppure "cymbium"=
coppa per il vino a forma di barchetta.
Fa comunque riferimento alla forma a coppa o barchetta del labello.
osservazione:
il nome latino cymbidium
è di genere neutro, per cui in italiano, non essendoci il neutro,
diventa maschile.
Ne deriva che è assolutamente
scorretto usare il femminile quando si parla di cymbidium.
Si deve dire, ad esempio: "il mio cymbidium" e non
"la mia cymbidium".
A conferma di ciò, basta osservare che,se il nome cymbidium fosse di
genere femminile, i nomi botanici delle varie specie di Cymbidium
finirebbero in "a" e non in "um": si direbbe cioè Cymbidium floribunda,
invece del corretto Cymbidium floribundum.
Coltivazione
Già
ai tempi di Confucio (551- 479 Avanti Cristo) diverse specie di
Cymbidium erano coltivate in Cina per la loro eleganza, bellezza e
profumo. L’arrivo in Europa del C.
insigne, ai primi di secolo scorso, diede un impulso alla
loro coltivazione ed ibridazione. È da notare che per tantissimi anni
solo alcune specie a fiori grandi (Cym.eburneum,
Cym. hookerianum, Cym. insigne, Cym. lowianum, Cym.tracyanum,
Cym.sanderae, Cym.erythrostylum)
hanno contribuito allo sviluppo degli ibridi attuali.
Recentemente però l’ibridazione si è rivolta anche verso i cosidetti
“minicymbidium” utilizzando Cymbidium a fiore piccolo, come Cym.pumilum,
Cym.devonianum e
Cym.ensifolium,
oppure ad inflorescenze pendule, tra cui i cosidetti "cascade" in cui
entrano specie ad inflorescenze arcuate o pendule ( Cym.devonianum,
Cym. floribundum, Cym. madidum, Cym. lowianum...
)
La coltivazione dei Cymbidium è assai semplice, ove si rispettino le
seguenti regole generali: usare
un substrato assai drenante ma che mantenga al contempo
l’umidità, dare molta, molta luce ed acqua d’estate,
fertilizzare bene, ed esporre la pianta a temperature fresche in
autunno, proteggendole però dal gelo.
Queste note culturali valgono soprattutto per l’Italia
settentrionale, ove ho esperienza diretta. Da notare che
nelle zone centro-meridionali, più calde e quindi a clima
più favorevole che non al nord, possono essere lasciate all’aperto
più a lungo, spesso anche tutto l'anno.
Dovete
osservare con attenzione le tabelle allegate, che
rappresentano la situazione climatologica di habitat tipici del
classico Cymbidium a fiori grandi; habitat situati nel nord dell’India,
nel West Bengala (Kalimpong e Darjeeling): è interessante notare come
la pioggia passi da 6-7 mm a dicembre a 395-570 mm a giugno e
addirittura a 582-781 mm a luglio, per l'arrivo dei monsoni estivi; in
inverno invece non piove quasi mai e le giornate sono soleggiate e
fresche; inoltre essendo epifite su piante a foglia caduca, in inverno
ricevono ancor più luce per il fatto che questi alberi perdono le
foglie..
Seguite con scrupolo le preziose indicazioni di questa tabella!!!
Dati
meteorologici di un tipico habitat di Cymbidium, a Kalimpong, West
Bengala
(Nord Est dell'India) alt.1209
m
|
gen |
feb |
mar |
apr |
mag |
giu |
lug |
ago |
sett |
ott |
nov |
dic |
pioggia, mm |
11.4 |
38.1 |
28.7 |
65.8 |
113 |
395 |
582 |
487 |
277 |
65 |
7.4 |
6.0 |
temp max C° |
15.5 |
16 |
20 |
22.8 |
23.5 |
23.8 |
24 |
23.7 |
23.5 |
22 |
19.3 |
16.3 |
temp min C° |
7.7 |
8.8 |
11.5 |
14.6 |
16.8 |
18.8 |
19.5 |
19.5 |
18.5 |
15.8 |
11.5 |
8.0 |
giorni di pioggia/mese |
2 |
3 |
4 |
7 |
9 |
16 |
24 |
22 |
12 |
4 |
1 |
1 |
umidità % |
73 |
68 |
57 |
58 |
74 |
84 |
86 |
85 |
85 |
79 |
75 |
76 |
Questi dati ci portano alle seguenti considerazioni:
nei
mesi estivi, da giugno a tutto settembre, occorre dare molta acqua,
visto che in natura piove quasi tutti i giorni.
da novembre a marzo invece occorre dare poca acqua, ma molta luce,
visto che le giornate lì sono per lo più serene, soleggiate ed asciutte.
Per semplicità di esposizione, divido i Cymbidium ed i loro
ibridi in tre gruppi, a seconda delle
loro origini ambientali e quindi delle loro esigenze culturali.
Il primo
gruppo
è quello delle specie
himalayane e cinesi a fiori larghi, progenitori di quasi
tutti gli ibridi standard,
cioè di quei cymbidium ibridi che possiamo acquistare con
facilità nei negozi di fiori o nei garden center; tra queste specie
ricordo: Cym.tracyanum,
Cym.lowianum,
Cym.erythraeum,
Cym.hookerianum,
Cym.eburneum,
Cym.insigne,
Cym.erythrostlylum,
Cym.sanderae,
etc.
Cymbidium tracyanum


cymbidium tracyanum
Cymbidium
wilsonii
Cymbidium wilsonii
Cymbidium lowianum

Cymbidium lowianum,
particolare del
labello
Cymbidium eburneum

Cymbidium
eburneum
Cymbidium insigne
descritto da Rolfe in The Gardeners' Chronicle: a weekly illustrated
journal of horticulture and allied subjects. ser. 3 35(1): 387. 1904,
sulla base di un disegno (mal) colorato ed un'exiccata fatta
da Schneider derivante dalla raccolta fatta da Bronckart in
Annam ( ora Vietnam).
Fu chiamato "insigne" per la bellezza dei suoi fiori, descritti da
Rolfe come rosa lilla, con molte macchie cremisi sul labello
e giallo al centro del disco.
Si tratta di un cymbidium terrestre, che cresce in suolo sabbioso, tra
bassi cespugli, soprattutto rodondendri, in modo che l'alta
inflorescenza, con i fiori raccolti verso l'apice, svetta sopra i
cespugli, per attirare i bombi impollinatori. E' stato rinvenuto in
Vietnam, Cina ( Hainan) e N Thailandia
Psudobulbi ovoidali, leggermente appiattiti. Le foglie sono strette,
0.7-1.2 cm, alte fino ad 1 m.
L'inflorescenza è molto alta, anche fino ad 1-1.5 m e porta 5-8 fiori,
raggruppati verso l'apice dell'inflorescenza; sono larghi
fino a 8 cm, non sono profumati, e sono di colore bianco o
lievente rosato; labello bianco rosa, finemente macchiato di rosso
porpora, e tinto di giallo verso la base, e porta due carene pubescenti.

tavola tratta da The genus Cymbidium
in China
da notare la lunga
inflorescenza, con i fiori raggruppati verso l'apice
Cymbidium insigne
labello di Cymbidium insigne,
in cui si vedono le macchie rosso porpora e le due carene gialle del
callo
Cymbidium
erythraeum

Cymbidium erythraeum
Cymbidium
iridioides

Cymbidium
iridioides
In natura questi Cymbidium a grandi fiori crescono
tra 1000 e
3000 m, epifite su tronchi e rami di grandi piante,
in
foreste montane; il clima
è caratterizzato, come si è visto nella tabella
precedente, da estati calde ed umide e da inverni freddi e secchi.
Durante l’estate richiedono perciò un'ottima esposizione
alla luce; si possono proteggere un pò dal sole di mezzogiorno,
se si ha paura che questo possa bruciare le foglie; ideale sarebbe non
superare i 30°C, mantenendo una buona umidità ambientale; in
realtà crescono molto bene anche nel sud Italia, con
temperature
molto
maggiori di quelle "ideali".
E' assai utile tenere d’estate i
Cymbidium all’aperto, in terrazzo od in giardino; durante questo
periodo bisogna innaffiare molto abbondantemente e fertilizzare con
regolarità; io preferisco in questa stagione usare il concime quasi ad
ogni innaffiatura, anche se diluito rispetto alla dose consigliata dal
produttore.
Verso la fine dell’estate può essere favorevole, per avere
una fioritura regolare, che la temperatura scenda verso gli 8-10°C di
notte; è proprio questa esposizione al fresco ad
aiutare l'induzione della fioritura!! Contemporaneamente bisogna
ridurre
le annaffiature.
Ai primi di novembre, al nord Italia, dobbiamo
ricordarci di riparare le piante dal gelo, anche se questi Cymbidium
possono resistere ad una leggera gelata, se asciutti; ma è meglio non
provare! non vedo la necessità di esporre queste piante a
condizioni estreme.
A questo
proposito qui riporto cosa è successo ad alcuni cymbidium che son stati
tenuti in un tunnel di polietilene in una zona marina dell'alto
Adriatico, vicino a Jesolo, ove ai primi di gennaio 2017 la
temperatura, in modo inusuale ed imprevisto, è arrivata per due giorni
a -8°. Tutti questi cymbidium, tenuti in un tunnel molto umido, sono
gelati e morti!


questo
è l'esito infausto di questi cymbidium tenuti a -8° a gennaio in tunnel
troppo umido
Con dicembre bisogna sospendere quasi del tutto le
annaffiature, che
devono essere assai parche e sporadiche, pur se è preferibile
mantenere umido il substrato.
Tenendo conto che nel West Bengala d'inverno le giornate sono molto
luminose e c'è sole quasi tutti
i giorni, e che inoltre spesso questi Cymbidium sono piante epifite su
alberi a foglia
caduca, dobbiamo esporre i nostri
cymbidium a buona luce, in quanto la pianta continua la
fotosintesi anche d'inverno!
Se
tutto è andato bene durante la coltivazione estiva, quando nel tardo
autunno
ritiriamo la pianta dovremmo già poter osservare l'inizio
dello sviluppo dell'inflorescenza, che spunta dalla base dello
pseudobulbo maturo; la
distinguiamo facilmente da un nuovo getto vegetativo in quanto essa
è rotonda in sezione, ha una punta smussa ed se la premiamo tra
due dita, è molto più “consistente” di quanto
non sia il getto vegetativo. In circa tre mesi si avrà la
fioritura, di solito tra febbraio e marzo.
getto floreale in un
cymbidium ibrido

getti floreali in Cymbidium devonianum
Terminata la
fioritura, se lo riteniamo necessario, si rinvasa la pianta; quando il
nuovo getto vegetativo
prende vigore si aumenta gradualmente l’innaffiatura ed il ciclo
riprende.










Il secondo
gruppo comprende le specie
himalayane e cinesi a fiore piccolo; tra queste ricordo: Cym.devonianum, Cym.pumilum,
Cym.ensifolium, Cym. lancifolium, Cym.sinense, Cym. kanran,
Cym.goeringii,
Cym.elegans
etc.
In natura crescono fino a 2000 m, sono semiterrestri e crescono in
humus fogliare; hanno però anch’esse radici piuttosto grosse
di diametro, per cui richiedono un substrato simile alle epifite; si
può aggiungere a piacere sfagno, foglie di faggio e/o torba.
Necessitano di maggiore umidità e sopportano un inverno
fresco.
Si tratta di specie davvero belle e dalle dimensioni
compatte, tanto che il Cymbidium
sinense è
stato oggetto nei secoli a selezione culturale, in particolare in Cina,
Taiwan e Japan con
cloni molto ricercati e costosi, e
lo si trova sempre di più in vendita anche
nelle nostre mostre di orchidee o in vivai riforniti.
Può essere perciò
di un certo interesse, in caso di acquisto di Cymbidium sinense,
sapere come ora vengono
chiamate in oriente le sue varie classi orticulturali, in base
alle loro
caratteristiche morfologiche:
Qihua
(fiori con forme peculiari), a sua volta diviso, in base alla
morfologia dei sepali, in: tipo Heban ( sepali simili ai
petali
di lotus), tipo Meiban (sepali simili a petali dei fiori di
prugna), tipo Dieban (sepali o petali a farfalla),
tipo
Shuixianban
( sepali simili ai petali di narciso ).
Sehua
(l'intero fiore ha differenti e brillanti colori) diviso in: tipo
Suxin (labello bianco con un singolo colore per le altre parti
del
fiore) e tipo Caihua (vari brillanti colori per l'intero fiore)
Yeyi
(foglie con vari colori ed aspetto, comprese quelle variegate) diviso
in: tipo Xianyi (linee/macchie gialle o bianche con foglie all'interno
verdi), tipo Aizhong
(foglie nane), tipo Shuijing (tessuto fogliare ialo-bianco all'apice o
ai margini, o anche nella vena della foglia), and
tipo Duoyi ( i cultivar esibiscono catteristiche morfologiche
combinate di molteplici tipi Yeyi).
Cymbidium
sinense fu descritto come Epidendrum
sinense nel
1802 da Jackson e validato da Andrews in Botanist's Repository, for
new, and rare plants 3: , ad pl. 216., per essere nel 1805 trasferito
nel genere Cymbidium da Willdenow col nome di Cymbidium
sinense in Species
Plantarum. Editio quarta 4: 111. 1805.


Cymbidium sinense

Cymbidium sinense
riproduzione
della tavola 216 di Botanist's Repository, for new and rare
plants a cura di Andrews in cui era chiamato Epidendrum
sinense

Cymbidium
sinense cresce
in Cina (Fujian, Guangdong, Guangxi, Guizhou, Hainan, Jiangxi, Sichuan
e Yunnan), in India,Giappone, Taiwan,Thailandia e Vietnam.
Avendo
un così vasto areale, non stupisce che sia stato descritto da vari
autori con nomi diversi, tutti da considerarsi sinonimi:
Epidendrum
sinense Jackson ex Andrews
Cymbidium albojucundissimum Hayata
Cymbidium chinense Heynhold
Cymbidium fragrans Salisbury;
Cymbidium hoosai Makino
Cymbidium sinense f. albojucundissimum (Hayata)
Fukuy.
Cymbidium sinense var. albojucundissimum (Hayata)
Masam.
Cymbidium sinense var. album T.C.Yen
Cymbidium sinense f. aureomarginatum T.C.Yen
Cymbidium sinense var. autumnale Y.
S. Wu
Cymbidium sinense var. bellum T.C.Yen
Cymbidium sinense var. haematodes (Lindl.)
Z.J.Liu & S.C.Chen
Cymbidium sinense f. margicoloratum (Hayata)
Fukuy.
Cymbidium sinense var. margicoloratum Hayata
Cymbidium sinense f. pallidiflorum (S.S.Ying)
S.S.Ying
Cymbidium sinense var. pallidiflorum S.S.Ying
Cymbidium sinense f. taiwanianum (S.S.Ying)
S.S.Ying
Cymbidium sinense var. taiwanianum S.S.Ying
Cymbidium sinense f. viridiflorum T.C.Yen
Wutongshania guangdongensis Z. J. Liu
& J. N. Zhang.
Cymbidium devonianum
fu descritto da Josef Paxton nel 1843 in Paxton's Magazine of Botany
10: 97. 1843, sulla base di piante raccolte da Gibson nelle Khoseea
Hills ( ora Khasi Hills, Meghalaya, India)
per il duca di Devonshire, da qui il nome.
Molto
interessanti sono le indicazioni sia morfologiche che di coltivazione
che Paxton fornisce in modo dettagliato, tra cui il suggerimento,
derivato dalla osservazione di piante in natura, di coltivarlo su
blocchi legno semi decomposti o in basket riempiti di legno in via di
sgretolamento o torba fibrosa; suggerisce anche la possibilità di
coltivarlo in vasi, con un substrato simile, pur che la base
della
pianta venga tenuta sopra il livello del bordo del vaso, ed il vaso
tenuto sospeso, o comunque sollevato in modo che l'acqua possa defluire
liberamente dal fondo del vaso.
Informazioni utilissime anche ora per chi lo volesse coltivare!
Si tratta di una pianta epifita o litofita, con pseudobulbi appiattiti,
coperti da catafilli, cioè foglie squamiformi, prive di clorofilla,
come si vede nella foto.
Le foglie sono molto diverse da quelle dei classici cymbidium, in
quanto sono ellittiche e coriacee.
L'inflorescenza è pendula, con 15-30 fiori, raggruppati tra loro.
i
fiori sono larghi 2.5-3 cm, per lo più orientati verso un lato
dell'inflorescenza; sepali e petali verde bruno di fondo, macchiati e
striati di porpora bruno; il lobo mediano è rosso bruno, con
due
macchie popora scuro ai lati del labello. Visto da vicino, ed alla
luce, il labello è finemente papilloso
in questa mia foto si può
notare la papillosità e la brillantezza del labello
Fare
attenzione che le foglie catafilliche, avvolgendo la base , possono
nascondere, e rendere difficili da vedere, eventuale parassiti, tipi
cocciniglia
Cymbidium elegans
Cymbidium
elegans fu
descritto da John Lindley nel 1833 in The
Genera and Species of Orchidaceous Plants 163.
1833, sulla base della raccolta 7354 di Wallich in Nepal. Si
caratterizza per la lunga ed arcuata inflorescenza, densa di 20-30
fiori, che, come si vede nella mia foto, non si aprono bene.
Si
trova in Nepal, Bhutan, NE India, Birmania, Cina (Sichuan e Yunnan), a
1700-2800 m.
Fiorisce
in autunno ed è leggermente profumato.
cymbidium elegans

Cymbidium elegans
descritto
da Makino nel 1902 in Botanical Magazine, Tokio 16: 10.
Typus:Japan:Musashi:Tokio
sinonimo
con cui si può trovare in commercio:
Cymbidium linearisepalum Yamamoto
altri
sinonimi: Cymbidium kanran
var. aestivale Y. S. Wu; C.
kanran var. purpureohiemale (Hayata)
S. S. Ying; C. linearisepalum Yamamoto; C.
linearisepalum f. atropurpureum Yamamoto; C.
linearisepalum var. atropurpureum (Yamamoto)
Masamune; C. linearisepalum
f. atrovirens Yamamoto; C.
linearisepalum var. atrovirens (Yamamoto)
Masamune; C. misericors Hayata var.
oreophilum (Hayata) Hayata; C.
nigrovenium Z. J. Liu
& J. N. Zhang; C.
oreophilum Hayata; C.
purpureohiemale Hayata; C.
sinokanran T. K. Yen; C.
sinokanran var. atropurpureum T.
K. Yen; C. tosyaense Masamune.
Si
tratta di un cymbidium semiterrestre che cresce in Cina, Taiwan, Sud
Korea e Giappone, ove è coltivato da vari secoli, con varianti molto
ricercate. Si caratterizza per il fiore con sepali molto
lunghi e
sottili, quasi ragniformi, e le foglie strette ed acuminate
Cymbidium kanran
Cymbidium kanran, di profilo per mostrare il
labello
un
interessante ibrido naturale è il Cymbidium
× nishiuchianum Makino
ex J.M.H.Shaw (Cymbidium
goeringii (Rchb.f.)
Rchb.f. × Cymbidium
kanran Makino)
Cymbidium qiubeiense
descritto
da Feng e Li in Acta
Botanica Yunnanica 2(3): 334, pl. 1. 1980. Typus:
China:
Yunnan: Qiubei Xian, 1800 m, in silvisCymbidium
dayanum fu
descritto da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1869 in The Gardeners'
Chronicle & Agricultural Gazette 710, sulla base di una pianta
importata dall'Assam
da
J. Day , da cui il nome dayanum.
Cymbidium lancifolium
descritto
da William Jackson Hooker nel 1823 in Exotic
Flora 1:
, ad pl. 51. 1823.
così
chiamato per via delle foglie lanceolate, che per Hooker erano un
carattere distintivo rispetto ai simili Cymbidium
ensifolium e Cymbidium
sinense
Cymbidium
lancifolium è
un cymbidium litofitico o terrestre, con pseudobulbi
cilindrico-fusiformi che portano all'apice 2-4 foglie
ellittico-lanceolate; l'inflorescenza è laterale e nasce da
un
nodo intermedio dello pseudobulbo e porta 2-6 fiori, larghi 2-2.5 cm.
Non sono profumati.
Habitat:
foreste aperte o rocce ricche di humus, alt. 300-2200 m.
si trova in Bhutan, Nepal,
Birmania, Nord Thailandia, Cambogia, Laos,Vietnam, Giappone, Cina
(Guangdong, Guangxi, Guizhou, Hainan, S Hunan, S Sichuan, Yunnan),
Taiwan, Indonesia, Papua Guinea, etc
Avendo
una così vasta area di crescita, è stato descritto da molti autori con
nomi diversi, ora considerati sinomimi. Ad es. Schlechter lo descrisse
in Nuova Guinea col nome di Cymbidium
papuanum.
Altri
sinonimi sono: Cymbidium
aspidistrifolium, Cymbidium bambusifolium, Cymbidium javanicum,
Cymbidium maclehoseae, Cymbidium nagifolium, Cymbidium syunitianum
Il terzo gruppo
comprende i Cymbidium
tropicali o subtropicali, tra cui: Cym.aloifolium,
Cym.dayanum,
Cym.suave, Cym.finlaysonianum,
etc. Crescono per lo più a basse altitudini; richiedono una
atmosfera costantemente umida e calda; è perciò utile una
serra; la temperatura non dovrebbe mai scendere sotto i 16-18° di
notte; d’inverno necessitano di molta luce e non vogliono
l’asciutto dei Cymbidium himalayani, anche se desiderano meno
acqua che d’estate, perchè non vanno in vero riposo.
Descrivo
a mò di esempio il Cymbidium
dayanum.
Cymbidium dayanum
Cymbidium
dayanum è
una orchidea che cresce epifita su alberi in foreste aperte e lungo
rive di torrenti, a 300-1600 metri di altitudine.
Habitat:
China (S Fujian, Guangdong, Guangxi, Hainan, Taiwan, S Yunnan), Bhutan,
Cambodia, India, Indonesia, Japan, Laos, Malaysia, Myanmar,
Philippines, Thailand, Vietnam.
Ha
pseudobulbi fusiformi,appiattiti ai lati, che portano 4-10 foglie;
l'inflorescenza è arcuata o pendula lunga 20-30 cm, nasce alla base
dello pseusobulbo e porta 5-10 fiori, con sepali e petali bianchi con
una striscia centrale marrone porpora; il labello è porpora-marrone
tinto di bianco nel lobo centrale, come da strie bianche son pure
decorati i lobi laterali.

Cymbidium
dayanum









Cymbidium
finlaysonianum Lindley
Cymbidium finlaysonianum fu
descritto da Lindley nel 1833 in Gen. Sp. Orchid. Pl. 164
nella descrizione viene indicato come habitat la Cochinchina, diventata poi Vietnam del sud.
il
nome fu dato da Lindley in onore di George Finlayson (
1790s-1823); chirurgo e naturalista, raccolse piante in Malesia, Siam e
Cochincina, accompagnando la spedizione di John Crawfurd nel Siam
( 1821). Ammalatosi in questa spedizione, morì poco dopo il suo ritorno
in Inghilterra. nel 1823.
il Cymbidium finlaysonianum var. atropurpureum (Lindl.) A.H.Kent è invece ritenuto specie autonoma, cioè Cymbidium atropurpureum (Lindl.) Rolfe
Cymbidium finlaysonianum
è pianta epifita o litofita con un areale di crescita molto ampio
(Vietnam, Cambogia, Sud Thailandia, Malesia, Borneo, Sumatra,
Java, Sulawesi e Filippine
crescendo in zone
tropicali, nella coltivazione necessita di temperature ed umidità
elevate, per questo lo tengo in serra tutto l'anno.
photo from florafaunaweb of Singapore parks
Cymbidium finlaysonianum dal Vietnam. Photo by Khang Van Nguyen
Cymbidium finlaysonianum da Sumatra. Photo by Khang Van Nguyen

Cymbidium finlaysonianum dalla Malesia. Photo by Khang Van Nguyen
la
mia pianta, di cui pubblico le foto qui sotto, a mio giudizio, avendo i
fiori molto più chiari della pianta tipo ed essendo il
labello bianco macchiato di giallo, è un Cymbidium
finlaysonianum che ha qualcosa della forma flava o semialba nella
genetica
Purtroppo
la riproduzione per seme di molte orchidee negli ultimi anni non ha un
DNA puro e spesso sono mescolate tra loro forme o varietà o specie
differenti

cymbidium
finlaysonianum; da notare la lunghissima inflorescenza,
pendula

cymbidium
finlaysonianum: questo mio clone ha nel DNA anche una qualche forma alba o semialba
classificazione degli ibridi di cymbidium usata nella coltivazione
commerciale
A
livello di coltivazione professionale gli ibridi di Cymbidium sono
divisi in tre
gruppi, a seconda del loro periodo di fioritura, con questo calendario:
■ Varietà Precoci
(fioritura Estiva-Autunnale), vengono esposte a forte luce, acqua e
fertilizzazione già da gennaio-febbraio
■ Varietà Medie (fioritura
Invernale) vengono esposte a forte luce,
acqua e fertilizzazione da marzo/primi di
aprile
■ Varietà Medio-Tardive
(fioritura in Primavera) vengono esposte a forte luce, acqua e
fertilizzazione da aprile/maggio
i cymbidium "Cascade"
Vi
è poi una nuova categoria di Cymbidium che sta emergendo a livello
commerciale e suscita sempre più l'interesse degli appassionati: parlo
dei cosiddetti "Cascade", cioè Cymbidium a inflorescenza pendula,
dovuta alla presenza nel loro DNA di cymbidium ad inflorescenza arcuata
o pendula, come ad esempio il Cymbidium
floribundum
Uno è il Kiwi Midnight
"Geyserland", con un fiore così scuro da sembrare quasi nero...
Cymbidium
Kiwi Midnight "geyserland"
(photo
taken from the web site of the producer LZ orchidee)

Cymbidium
Kiwi Midnight "geyserland" from LZ orchidee
(photo
taken from the web site of the producer LZ orchidee)
Nota:
le foto pubblicate sul web, in cui il fiore di questo cymbidium appare
quasi nero, sono palesemente photoshoppate... :-)
Però il più famoso tra i
"cascade" è il Cymbidium Sarah Jean, col suo
ricercatissimo grex "Ice Cascade", dal fiore bianco, immacolato.
Cymbidium Sarah Jean, grex "Ice Cascade"
Cymbidium Sarah Jean, grex "Ice Cascade"
floribundum |
50.00% |
|
insigne |
20.31% |
|
lowianum |
12.11% |
|
grandiflorum |
7.81% |
|
eburneum |
4.30% |
|
iansonii |
3.13% |
|
parishii |
1.56% |
|
schroederi |
0.78% |
|



altri cymbidium penduli :


Cymbidium
Vogel's Magic
esistono infine i Cymbidium pelorici,
che hanno una "malformazione" in cui ci sono tre labelli, in quanto i
due petali hanno la struttua del labello
in questi Cymbidium la forma pelorica è stabile, tanto che vengono
riprodotti per meristema.

Cymbidium
Isle 'Flamingo'
pianta coltivata e fotografata da Francesca Casatiglione
Cymbidium
Survaley "The Joker"
(photo taken from the web site of the producer LZ orchidee)
#Substrato
Poiché gli ibridi coltivati derivano per la gran parte dai
Cymbidium del 1° gruppo, prendiamo ora in esame il substrato
più indicato per queste specie. Come detto, sono piante epifite,
che crescono in natura su tronchi e rami di alberi; il substrato
perciò deve essere assai drenante ed aperto; ideale è il
bark ( pezzetti di corteccia di conifera ) di pezzatura medio-grossa (
1-2 cm ), con aggiunta di pezzettini di carbonella ( 1-2 cm); per
aumentare il drenaggio si possono aggiungere pezzetti di
polistirolo, in proporzione di 3:1:1; questo substrato di base, può
essere integrato da pezzi grossolani di torba fibrosa o di gommaspugna
oppure
perlite o foglie di faggio sminuzzate o terriccio di bosco setacciato
per eliminare la parte più sottile; questi materiali servono per
mantenere l’umidità all’apparato radicale. Molto
dipende da quanto innaffia il coltivatore: più si innaffia,
più deve essere drenante il substrato. Buona idea è comunque
di
mettere del materiale inerte su fondo, per aumentare il drenaggio (
argilla espansa di buona qualità, chips di polistirolo, pezzi
di
carbonella, etc..)
Un substrato che sto sperimentando, con apparentemente buoni risultati,
è torba/perlite in rapporto di 3:1 circa, substrato che va mantenuto
sempre umido, ma non troppo inzuppato d'acqua per evitare marciumi. Le
radici vi crescono molto bene, con punte verdi molto attive. E' un
substrato molto usato in Olanda, ad esempio dal produttore dei
cosiddetti " cascade".
Ricordarsi che il vaso deve avere abbondanti fori di drenaggio; se ce
ne fossero pochi, ne vanno praticati altri con il trapano o con un
cacciavite arroventato sulla fiamma o con una forbice.
Il Cymbidium può essere coltivato anche in lana di roccia per
floricultura (Grodan, ad esempio, che produce Grow-Wool o Grow-Cubes),
come certamente avrete notato in
certi Cymbidium che si acquistano nei garden center, e che sono di
solito importati dall’Olanda; per uso domestico sconsiglio
però l’uso della lana di roccia, sia per il
“fastidio” che genera la lana di roccia a contatto con la
pelle del coltivatore, sia perché richiede un rigoroso e costante
regime di
fertilizzazione (è sostanzialmente un sistema quasi idroponico).

radici molto attive ad
ottobre in substrato di torba/perlite

vaso olandese, stretto ed
alto, ideale per Cymbidium
ottimo drenaggio, da imitare anche nei vasi che abbiamo a
casa, usando un trapano con punta da legno delle misure giuste
Dimensione vasi
Molto si è scritto, specialmente nei gruppi facebook, sulle dimensioni
ideali dei vasi da usarsi per i Cymbidium. C'è chi scrive che i
cymbidium "amano stare stretti" (?) mentre per altri occorrono vasi
larghi. In realtà ritengo che quando rinvasiamo dovremmo usare un vaso
certamente il più profondo possibile, mentre per la larghezza si può
usare un vaso anche abbastanza largo. Usarne uno stretto comporta
infatti che nel giro di uno-due anni dobbiamo rinvasare di nuovo; uno
più largo ci permette di dilazionare di più la rinvasatura.
Sulla sua larghezza conta anche il tipo di substrato che usiamo, in
quanto più è largo il vaso, più trattiene acqua, per cui possiamo usare
un vaso largo, se usiamo un substrato molto drenante, mentre se usiamo
un substrato meno drenante, tipo torba, o terriccio, con perlite, è
meglio un vaso non eccessivamente largo rispetto all'apparato radicale
della pianta.
Fertilizzazione
È consigliabile fertilizzare, in particolare nei mesi di
crescita attiva (da maggio a tutto settembre) usando un concime di
elevata qualità; tradizionalmente si consigliava il Peters o il Grow
More. Le vicessitudini però che ha avuto il Peters ( con la vendita
dell'azienda alla Schultz, poi alla Everris che produce ancora un
Peters professional Allrounder; anche se poi negli USA Jack Peters ha
rifatto un'azienda di ferlizzanti che commercializza col nome di
Jack's. E poi la Scotts.. un pò di confusione, no? ;) ) ci porta ad
utilizzare altri concimi di più facile reperibilità in Italia, ad
esempio i buoni concimi KB ( che poi di fatto ha assorbito la Scotts),
in particolare si potrebbe usare quello liquido "universale"; è un NPK
6-3-6 ed
ha una confezione abbondante e non costa molto. Eviterei quelli
venduti, anche dalla KB, etichettati come "per orchidee".
Un buon concime è quello prodotta da Venagro col nome StarShine
per orchidea, è un 15-15-15 con microelementi
Secondo
lo schema
classico in floricultura, viene consigliato di iniziare in primavera
con un 20-20-20 o comunque un bilanciato, per
passare da giugno ad un 30-10-10; da settembre consigliano di
usare un fertilizzante povero in azoto e ricco in fosforo, tipo il
10-30-20, per aiutare la fioritura. Questo schema di concimazione,
molto diffuso, non trova però consenso unanime.
Personalmente ritengo che è
più semplice usare un bilanciato tutto l'anno; se si vuole dare un
supplemento di azoto nei mesi estivi, si può poi aggiungere alla
soluzione contenente il concime bilanciato un pò di nitrato di calcio e
solfato di magnesio.
Ovviamente, se non abbiamo un
20-20-20 o gli altri a formulazione variabile, possiamo usare quello
che abbiamo in casa, utilizzandolo, in particolare da aprile ad
ottobre, ad
ogni innaffiatura, in dosi però più diluite rispetto a quelle
consigliate dall'azienda. Ogni tanto lavare il substrato con acqua
piovana, per diluire eventuali depositi di concime.
Si possono anche usare fertilizzanti slow-release,
tipo Osmocote, oppure i pellet di letame, mescolati al composto. Io
uso anche con buoni risultati del tea di letame o di guano, ottenuto
lasciando in infusione un po’ di letame/guano in acqua, ed usando
questo tea (filtrato dal letame/guano) quasi ad ogni annaffiatura.
Nel
periodo estivo, di maggior crescita, sarebbe utile ogni tanto integrare
con nitrato
di calcio, per fornire così un supplemento di azoto;
ricordarsi anche di usare con una certa
regolarità il solfato di magnesio ( sali di Epsom per gli
anglosassoni), che può anche essere acquistato in farmacia, visto che
viene venduto come... purgante ;-)
il
magnesio è ritenuto importante per l'induzione alla fioritura, e molti
studi hanno correlato la scarsa produzione di fiori nei Cymbidium
proprio al basso livello di magnesio riscontrato in analisi dei tessuti
della pianta.
Uno
schema usato dai professionisti olandesi prevede in fase di crescita il
NPK 20-20-20 + nitrato di calcio + solfato di magnesio nel rapporto
6:3:1, mentre in inverno e per aiutare la crescita degli steli
floreali, usano NPK 6-18-36 + nitrato di calcio + solfato di magnesio,
sempre nel rapporto 6:3:1
Ottimale sarebbe usare un conduttivimetro per verificare la
conducibilità elettrica raggiunta nell'acqua di irrigazione.

io
uso questo conduttivimetro della HM digital, eccellente; si può trovare
su
Amazon:
Un fertilizzante che sto provando è il Rain mix di
Akerne, che poi è la MSU formula, NPK 13+3+15+11CaO+3MgO
(quindi a basso tenore di fosforo).
Uso questo fertilizzante con acqua osmotica, stando sui 300
microsiemens ( 190 TDS), ma questo valore può essere modificato
a piacere.
questo è il background del fertilizzante MSU,
Michigam State University
THE FORMULAS
|
Well Water Special
(19-4-23) |
RO Water Special
(13-3-15) |
Nitrate Nitrogen |
13.6% |
12.5% |
Ammoniacal Nitrogen |
5.7% |
0.5% |
Urea Nitrogen |
0.0% |
0.0% |
Phosphorus as P2O5 |
4.0% |
3.0% |
Potassium as K2O |
23.0% |
15.0% |
Calcium |
2.0% |
8.0% |
Magnesium |
0.0% |
2.0% |
Iron |
0.16% |
0.17% |
Manganese |
0.08% |
0.08% |
Zinc |
0.08% |
0.04% |
Copper |
0.08% |
0.04% |
Boron |
0.01% |
0.01% |
Molybdenum |
0.01% |
0.01% |
come
si può vedere, a seconda dell'acqua usata, da acquedotto (well water
della MSU) o da osmosi (RO water), cambia il contenuto in azoto e
potassio; questo perchè l'acqua da osmosi non contiene nessun sale
minerale, al contrario di quella dell'acquedotto che rifornisce
l'Università del Michigan, ove alla MSU danno alle piante 125 ppm di
azoto,
usando 0,5 gr/litro.
Se
usiamo acqua osmotica + Rain Mix (unica fonte di sali minerali)
ci è più facile dosare con precisione la quantità di sali minerali che
forniamo alle piante, adattandola alle diverse esingenze legate alla
stagioni.
Se
invece usiamo acqua dell'acquedotto, il risultato finale dipenderà
dalla somma dei sali minerali contenuti nell'acqua più quelli del
concime, ed in questo caso è ancor più di aiuto l'uso del
conduttivimetro.
Rinvaso
Si rinvasa di solito in primavera; ciò si rende necessario
soprattutto se il
substrato si è decomposto oppure se il vaso è
diventato
troppo
piccolo. Preferisco rinvasare in un vaso non troppo grande
rispetto alla dimensione della pianta, perché sembra ( ma qui
userei il condizionale... c'è chi pensa non sia vero ;-) ) che la
costrizione della pianta in un
vaso piccolo ne favorisca la fioritura. Inoltre un vaso stretto riduce
i rischi che il substrato resti troppo bagnato a lungo.
Ricordarsi
di aumentare sempre
nei vasi nuovi i fori di drenaggio sul fondo, per permettere uno scolo
rapido dell’acqua di annaffiatura.
Si svasa quindi la pianta; se
stenta ad uscire, si gira il vaso all'ingiù e, premendone i lati, visto
che di solito è di plastica, si riesce ad estrarre facilmente il
cymbidium. Controllare per prima cosa le radici, che è anche
un
autoesame di come abbiamo coltivato la pianta. Se è coltivata bene,
troviamo le radici molto sode con punta attiva. Se invece non siamo
stati bravi, le radici saranno molli, spesso vuote e marcite; in questo
caso eliminiamo le radici marce e tutte quelle che vengon via
facilmente. Nella pulizia successiva si può usare anche un
getto
d'acqua, sfruttando la pressione di un tubo di gomma; insomma, le
radici van pulite ben bene. Controllare poi gli pseudobulbi, eliminando
quelli marci e togliendo eventuali vecchi e secchi residui fogliari
alla base di quelli sani, anche se senza foglie. Se abbiamo
riscontrato problemi di marciumi, dopo aver lavato bene le radici, è
consigliabile mettere l'apparato radicale residuo a bagno in una
soluzione acquosa con un fungicida, ad esempio un prodotto rameico.
Si
può approfittare dell'occasione anche per dividere la pianta, in
particolare quando è cresciuta lasciando al centro del vaso molto
pseudbulbi nudi, senza più foglie. Nella divisione conservare eventuali
pseudobulbi residui, che, se rinvasati, produrranno nuove piante.
Una
volta pulita e disinfettata, se necessario, la pianta, preparare il
vaso, dando la preferenza, se possibile, ad un vaso di plastica alto;
personalmente, visto che eseguo il rinvaso annualmente, uso un vaso in
cui la pianta ci stia abbastanza stretta. Se si preferisce rinvasare
ogni 2-3 anni, meglio usare un vaso più largo. L'utilità di un
vaso molto alto sta nel fatto che si può mettere un abbondante strato
di materiale di drenaggio sul fondo; inoltre il cymbidium di norma
sviluppa un
notevole apparato radicale, fatto da radici molto grosse, che crescono
bene in un vaso profondo. Un tipico vaso olandese da cymbidum
commerciale di medie dimensioni è alto 20
cm, largo 13, da 2 lt di volume.
Cure mensili
( cure riferite
a coltivazione nel nord Italia. Nel centro sud,
le temperature
sono più miti, e permettono di tenere la pianta all'aperto, in giardino
o balcone, anche per tutto l'anno)
• Marzo:
molti Cymbidium sono ancora in fiore, per cui vanno lasciati in pace.
Possiamo invece controllare quelli sfioriti; se il substrato ci sembra
vecchio e marcio, o se la pianta ha riempito completamente il vaso,
dobbiamo pensare al rinvaso; in ogni caso tagliamo gli steli floreali
secchi, le foglie secche e malate e le radici marce; togliamo gli
pseudobulbi troppo vecchi, che imbruttiscono il vaso; se sono sodi e
sani, metterli aparte in un vasetto, dopo qualche mese possono fare un
getto vegetativo da un occhio dormiente. Innaffiare con cautela, e solo
se il substrato è secco e/o se la giornata è molto calda.
• Aprile:
gli ultimi Cymbidium
terminano di fiorire, per cui possiamo completare il rinvaso di tutte
le nostre piante. Aumentare progressivamente l’innaffiatura,
quando si nota che il nuovo getto prende vigore vegetativo. Se è
terminato il pericolo del gelo, possiamo mettere le piante
all’aperto, evitando però una brusca esposizione al sole,
che brucerebbe le foglie.
• Maggio:
aumentare le
annaffiature; si può iniziare a fertilizzare, usando un concime
molto diluito; le piante possono essere messe all’aperto senza
più paura.
• Giugno-luglio-agosto:
innaffiare
molto spesso, anche quotidianamente, in particolare se le giornate sono
molto calde ed afose. Se abbiamo provveduto ad abituare in aprile le
piante alla luce esterna, è possibile esporre le piante quasi al
pieno sole; in questo caso le foglie diventeranno verde chiaro.
Ricordarsi che le piante più ricevono luce ( senza bruciarsi !),
più producono sostanze energetiche e nutritive (fotosintesi); ma
hanno anche più bisogno di acqua e fertilizzante!
Questi sono i mesi principali per lo sviluppo degli pseudobulbi, in
quanto la crescita e la maturazione degli pseudobulbi è limitata
ai mesi estivi.
• Settembre:
le giornate si
accorciano e la luce diminuisce; diminuire parimenti le annaffiature e
le fertilizzazioni. L’abbassamento della temperatura notturna
è un fattore che favorisce la fioritura.
• Ottobre:
ridurre in modo drastico
le annaffiature; riparare le piante tenute all’aperto, al fine di
proteggerle da improvvise gelate. Al nord Italia, si possono mettere in
una zona riparata, ad es. sotto un poggiolo, o a ridosso di un
muro,
eventualemte, nelle notti più rigide, si possono coprire
le piante
con del tessuto-non-tessuto, in modo da
evitare brina e gelo. Non ha nessun senso e nessuna utilità, secondo
me, esporre la
pianta allo stress del gelo.
nuovo
getto floreale
formatosi ad ottobre
• Novembre:
se non lo si è fatto ad ottobre, in particolare nelle regioni del Nord,
è meglio
portare le piante al
coperto, in serra o in altri locali adatti, o comunque in zone
riparate. Ridurre nettamente le
annaffiature. Le piante vanno tenute in un luogo luminoso e fresco, ma
consiglio di evitare il gelo!
• Dicembre-gennaio-febbraio:
le
annaffiature saranno molto sporadiche, ma non sospese del tutto, in
quanto va evitato il raggrinzimento degli pseudobulbi; le piante
infatti sono in
riposo, nel nostro clima, per cui le loro radici non sarebbero neppure
in grado di
assorbire un eccesso di acqua. Va ricordato che se in natura
è vero che non piove tanto in inverno, però si forma tutta le
notti abbondante rugiada!
Sorvegliare il getto floreale, che lentamente si sviluppa nei mesi
invernali; se è molto lungo, conviene aiutarlo, legandolo con
attenzione ad un tutore. Esistono però anche ibridi a stelo
ricadente, i cosiddetti "cascade". Durante l’inverno la maggior
parte degli ibridi commerciali arriverà a fioritura. Se li si
porta in ambiente riscaldato, tipo salotto, conviene aspettare che i
fiori sino quasi aperti, perchè spesso gli steli perdono i
boccioli, non ancora aperti, se vengono portati da un ambiente fresco
ed umido ad uno caldo e secco, come è un ambiente riscaldato da
caloriferi.
Richieste culturali
Dove mettere la pianta? Mentre la pianta è in fiore, nel
tardo inverno, deve essere tenuta dentro la casa o in una area protetta
dove i fiori non possono essere colpiti da freddo, vento o pioggia.
Almeno una volta alla settimana deve essere bagnata pesantemente (
quanto spesso dipende molto dal substrato di coltivazione!), portandola
o in bagno oppure, se il clima lo permette, fuori dalla casa; dopo
averla innaffiata a lungo, la si lascia drenare, e poi la si riporta in
casa. Quando la pianta ha finito di fiorire, lo stelo floreale
può essere rimosso con delle cesoie e la pianta può
essere posizionata all’esterno, in modo da ricevere luce solare
dalla mattina alla sera. Naturalmente bisogna stare molto attenti nei
primi giorni, quando portiamo la pianta da casa ( ove riceve poca luce
) all’aperto ( ove riceve molta luce ); bisogna evitare
cioè, in questi primi giorni, di esporla subito direttamente al
sole, in quanto potrebbero bruciarsi le foglie. Quando la pianta si
è adattata alla luce, la si sposta in zone sempre più
soleggiate. Ricordarsi che più la pianta
riceve luce, più fa fotosintesi e quindi più cresce e si
ingrossa, ma deve ricevere più acqua!!
Idealmente le foglie di un Cymbidium, messo correttamente alla luce,
dovrebbero diventare di un verde/giallino pallido. Se le foglie son
verdi scuro, riceve poca luce! La pianta necessita di ombreggiatura
solo nei giorni più caldi, quando la temperatura è sopra
i 30°, e solo nelle ore di punta. Una situazione ideale è
una struttura ombreggiata all’aperto, cosicché il sole,
parzialmente filtrato, sia su di essa tutto il giorno. La percentuale
ideale per l’ombreggiante è del 30-40%. Se abituiamo
presto e bene la pianta, possiamo tenerla anche in pieno sole, con
ottimi risultati in termini di fioritura. Se non si ha una struttura
ombreggiata all’aperto, la pianta può essere tenuta sotto
un albero deciduo (pesco, susino o albicocco sono ideali). Evitare
alberi con foglie troppo fitte perché forniscono troppa ombra ed
potrebbero creare poi problemi alla fioritura del cymbidium. Allo
stesso modo, controllare che posizioni lungo la casa o vicino a
steccati solidi o a garage non siano tali da ridurre troppo la luce
solare che la pianta riceve, in quanto questo potrebbe
comprometterne il perfetto sviluppo. La luce è infatti il
fattore più importante; la sua carenza può compromettere
la produzione dei fiori. Le giovani piante, finché non hanno
raggiunto la maturità, possono essere tenute in aree più
ombreggiate.
Aria, acqua
ed umidità relativa.
Le
piante non devono essere posizionate troppo vicine tra loro,
perché ciò ridurrebbe il movimento d’aria, incoraggiando le malattie.
Idealmente le piante dovrebbero essere
spaziate in modo che le foglie di una pianta non tocchino le foglie
della pianta adiacente. Queste orchidee non sono danneggiate da forti
venti; anzi una buona ventilazione evita molte malattie. I Cymbidium
gradiscono sempre una elevata umidità relativa, almeno del 65% ; più è
caldo più questo valore però deve aumentare, per arrivare in estate al
70-80%. Durante la fase di sviluppo vegetativo le
piante devono essere bagnate intensamente, almeno 2-3 volte alla
settimana; se le piante sono in un substrato molto aperto e drenante
possono esser
bagnate addirittura ogni giorno, come succede in natura durante le
estati monsoniche. Se la fonte d’acqua non
è di alta qualità, ad esempio troppo
calcarea, non si deve bagnare in modo leggero queste orchidee,
poiché ciò potrebbe causare un deposito di sali sul
substrato, con possibili problemi alla pianta, sino a
comprometterne la fioritura; è meglio in questo caso innaffiare
con grande abbondanza, in modo che l’acqua esca facilmente dai
fori di drenaggio. Preferisco non
mettere nessun sottovaso, in modo che
l'acqua possa liberamente defluire dal vaso, riducendo rischi di
marciume radicale.
Se
possibile, è meglio usare acqua piovana o da osmosi inversa,
in
questi casi addizionata con dosi leggere di fertilizzante, solfato di
magnesio, nitrato di calcio etc
I Cymbidium sono piante molto resistenti e, per merito dei loro
pseudobulbi, possono sopravvivere per lunghi periodi con
poca acqua, anche durante i mesi più caldi; ma questo va a
danno di un loro regolare sviluppo.
D'inverno
usare acqua abbastanza tiepida, sicuramente sopra i 12°; l'uso
di
acqua fredda porta ad appassimento precoce di boccioli e fiori, e
favorisce macchie sui fiori (Botrytis).
#Eliotropismo
Segnalo
un problema che mi è stato riferito da coltivatori professionali, come Stefano Piazzera
di Nave San Rocco (TN), cioè quello dell'eliotropismo,
termine che deriva dal greco: ἥλιος "sole" e τρέπω "rivolgo", e si
riferisce alla tendenza che hanno le piante di orientarsi verso la luce.
Qualche
anno fa alcuni coltivatori liguri di cymbidium, dovendo fare dei lavori
nelle serre, avevano portato fuori i vasi di cymbidium, per poi
rimetterli in modo casuale in serra. Ebbero poi una perdita massiccia
della fioritura. La causa fu attribuita al fatto che i vasi furono
riposti in modo da non rispettare la posizione esatta della pianta
verso il
sole come era prima del trasloco.
Se quindi per
qualche motivo dovete spostare per un pò le piante, segnate con un
pennarello il vaso, in modo da rimetterlo poi nella stessa posizione
verso la luce.
#Malattie_e_parassiti
Se i Cymbidium sono ben ventilati e le annaffiature sono
scrupolose,
ben poche sono le malattie che affliggeranno le nostre piante.
Sorvegliare però le punte delle foglie, che sono indicatori di
eventuali problemi radicali o fungini; talora indicano anche
un eccesso di fertilizzanti.
Attenti a non esporre in primavera i Cymbidium bruscamente al sole,
perché ciò potrebbe bruciare le foglie.
Stare molto
attenti durante la fioritura ai pidocchi che con fastidiosa
puntualità tendono a colonizzare i boccioli: in questo caso
spruzzare con Pirimor o prodotti analoghi.
In caso di malattie fungine, caratterizzate da macchie scure sulle
foglie e/o da marciume degli pseudobulbi o delle radici, usare uno dei
tanti
fungicidi rameici, che sono forse i meno tossici, oppure fungicidi più
potenti, tipo Mancozeb o Dithane,
Folicur, Previcur, etc, a seconda della patologia sospettata,
rispettando
però tutte le precauzioni del caso, in quanto si tratta di
prodotti tossici per l’uomo e per
l’ambiente. Chiedere consigli al rivenditore di fiducia o azienda
agraria.
Ancor più cautela bisogna avere nell’uso dei pesticidi, quando si
devono combattere le varie cocciniglie o gli acari
o i pidocchi; questi insetticidi sono davvero tossici e
pericolosi.
le
malattie e i parassiti più comuni sono:
ragnetto rosso,
che è un acaro presente sopratutto in primavera ed estate
tripidi
afidi
( pidocchi)
cocciniglia cotonosa
cocciniglia a
scudetto
funghi patogeni,
che possono portare a marciume delle radici o degli pseudobulbi; di
solito la colpa è un ecceso di acqua in un substrato poco drenante
Botrytis cinerea,
che è un fungo che colpisce con macchie brunonerastre i fiori e di
solito è legato ad un ambiente molto umido; non danneggia però la pianta
lepidotteri,
tra cui la Duponchelia, che si nutrono di foglie centrali e fiori
muffa fuligginosa,
che colpisce sopratutto l'ovario o altri parti del fiore, legata
all'alta umidità; controllare che non ci siano insetti che producono
melata, su cui poi prospera questa muffa
attenzione anche a questi
potenziali nemici:
limacce e
chiocciole, che possono mangiare la punta delle radici o i
petali dei fiori, sopratutto in autunno/ inverno
topi, che se
presenti in serra, possono rosicchiare i fiori
formiche,
che possono trasportare cocciniglie ed afidi
Riproduzione
Industrialmente viene
eseguita per seme o,
più comunemente, per meristema.
Si
possono però
comodamente riprodurre in casa, sezionando il rizoma durante il rinvaso
e prelevando così qualche retrobulbo senza foglie; bisogna
metterlo individualmente in un vasetto normale di plastica con un
substrato di sfagno o
bark/perlite o torba/perlite o
perlite da sola, cioè in un substrato che dreni bene e che va
mantenuto costantemente umido; il retrobulbo va quindi posizionato al
caldo e
all'ombra, evitando il sole diretto. Dopo qualche mese produrrà un
nuovo getto vegetativo da un occhio dormiente; a questo punto va
rinvasato in un substrato di
pezzatura più fine del solito, arricchito di perlite e sfagno
e/o foglie di faggio; in 1-2 anni arriverà a fiorire.
In
questa foto si vede un retrobulbo, separato dal rizoma "madre" ed
invasato per conto proprio e che è fiorito molto presto, dal primo
getto vegetativo
prodotto.

retrobulbo fiorito
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