CHILOSCHISTA
       
    
       
       scritte dal dottor Gianantonio
            Torelli 
        
        rev. 06 maggio 2022
       alcune chiloschista da me coltivate
       
Premessa:
       
Il taxon Chiloschista
        fu pubblicato, come tale, per la prima volta nel 1832 dal
        botanico inglese John Lindley in Edwards's
          Botanical Register (vol. 18, dopo tav.1522), sulla base
        di Epidendrum usneoides,
        che era stato descritto nel 1825 dal botanico scozzese David
        Don in Prodromus
          Florae Nepalensis 87.
       
        John Lindley descrisse così il genere Chiloschista, come si può
        leggere nel testo originale allegato qui sotto:
        "Erba umile, epifita, irsuta, afilla; radici piatte e verdi
        (quasi foliacee!). Inflorescenza eretta. Fiori bianchi,
        profumati. 
        Specie 1 : Chiloschista
          usneoides = Epidendrum usneoides Don "
       
       

Lindley indicava
        quindi già allora come carattere distintivo del genere Chiloschista quello di
        essere una pianta "aphylla", cioè priva di foglie, e di essere
        provvista di "radicibus complanatis viridibus, quasi foliaceis"
        cioè radici appiatite, verdi, quasi foliacee, quindi capaci di
        svolgere la sintesi clorofilliana, funzione che nelle
        orchidee è peraltro tipica delle foglie, a parte nelle
        Phalaenopsis della sezione Aphyllae.
        In questa occasione, Lindley indicava la Chiloschista usneoides 
(=Epidendrum
        usneoides) come typus
        del genere.
       
dal punto di vista
        tassonomico, la classificazione del genere Chiloschista è la seguente
        ( "An updated
        classification of Orchidaceae"  in Botanical Journal of the
        Linnean Society, 2015  by Chase, Cameron, Pridegeon, Van
        den Berg, Schuiteman)
        
      
famiglia Orchidaceae
        
        sottofamiglia Orchidoideae
       
tribù Vandeae
sottotribù Aeridinae
genere: Chiloschista Lindley in
        Edward's Botanical Register v. 18: sub t. 1522, Sept 1, 1832. 
        
        
Tipo:  Epidendrum
          usneoides David Don, in Prodromus florae Nepalensis,
        1925 pag. 37
       
        la descrizione fatta da David Don di Epidendrum usneoides mi lascia però perplesso
        (foliis numerosis
          lineari-loratis obtusis plano-convexis, quindi con
        foglie numerose...), specie se la confrontiamo con quella
        che, partendo appunto dall' Epidendrum
          usneoides Don visto prima, viene denominata Chiloschista usneoides da
        Lindley, che invece la definisce aphylla, dunque priva di foglie. Anche i fiori
        hanno colore diverso, in quanto sono descritti rosei da Don e
        bianchi da Lindley.
        Una spiegazione che potrei ipotizzare è che Don per qualche
        motivo, forse per problemi di conservazione del campione
        originario, avesse scambiato le radici, piatte, verdi e tortuose
        per foglie (=Folia siccitate
          tortuosa).
        Metto le due descrizioni originali per confronto
 
descrizione fatta da Don descrizione fatta da Lindley
 ad
        ogni modo, David Don nominò questa pianta usneoides, cioè affine alle
        Usnea, un genere di
        licheni  dal colore grigio-verdastro, i quali non
        sviluppano foglie e crescono ancorati su corteccia.
       
        il genere Chiloschista fu nel passato anche così descritto:
        
        “ Caratterizzato da una corta colonna, al cui piede i petali ed
        i sepali laterali sono lateralmente adnate. Ha 2 pollinia.
        Labello articolato col piede della colonna, 3 lobato, saccato;
        lobi laterali eretti, disco con callo irsuto. Antera provvista
        ai lati di una appendice che può essere lunga e ghiandolare
        oppure ridotta ad un piccolo dente. Piante epifite con radici
        appiattite e di solito senza foglie, quanto meno al momento
        della fioritura. Chiloschista godefroyana (Rchb.f.) Schltr.,
        però può avere foglie al tempo della fioritura, come
        occasionalmente in Chiloschista pusilla (Koenig) Schltr.” 
        (ora però viene chiamato Taeniophyllum pusillum)  
        

 
          
          ( from Orchid seed diversity: a scanning electronic survey. by
          Barthlott, Korotkova & Grosse-Veldmann)
        
      Quante specie
            sono incluse nel genere Chiloschista?
            
            Allo stato attuale nel genere Chiloschista io riconosco 27
            specie, che qui indico in grassetto, mentre altre otto sono
            dubbie e le ritengo sinonimi, per cui qui le indico in
            carattere italico:       
          
        
       Chiloschista extinctoriformis
        Seidenfaden
            
       
       Chiloschista
            exuperei (Guillaumin) Garay
            
       
         Chiloschista
            fasciata (F.Muell.) Seidenfaden & Ormerod
       
           
       Chiloschista gelephuense Ch.Gyeltshen
        & Dalström, sp. nov. (anno 2019)
       
       
          Chiloschista glandulosa
        Blatter & McCann
            
       
          Chiloschista godefroyana (Rchb.f.)
        Schlechter
            
       
          Chiloschista guangdongensis Z.H.Tsi
            
       
 Chiloschista hoi S.S.Ying =
        Chiloschista segawae (Masamune)
        Masamune & Fukuyama
            
       
       Chiloschista indica J.J.Smith =  Chiloschista lunifera 
        (Rchb.f.) J.J.Smith 
       
       
       Chiloschista
            javanica Schltr. = Chiloschista lunifera  (Rchb.f.)
        J.J.Smith
            
       
        Chiloschista
          loheri
          Schlechter 
       
           
       Chiloschista lunifera
        (Rchb.f.) J.J.Smith
            
       
       Chiloschista lunifera (Rchb. f.) Schltr.=
        Chiloschista lunifera (Rchb.f.) J.J.Smith
       
        
Chiloschista
          nakornpanomensis:  si tratta di un nome commerciale,
        non riconosciuto finora a livello tassonomico. Per alcuni
        potrebbe corrispondere a Chiloschista
          trudelii, ma devo riuscire a studiare qualche
        esemplare dal vivo.
       
       
       Chiloschista minimifolia (Hook.f.) N.P.Balakr.
        =  Chiloschista fasciata
        (F.Muell.) Seidenfaden & Ormerod  e Sarcochilus fasciatus F.
        Mueller
           
       
          Chiloschista parishii Seidenfaden
       
            
       Chiloschista phyllorhiza
        (F.Muell.) Schlechter
       
       
       Chiloschista pulchella Leonid
        V. Averyanov, Khang Sinh Nguyeh, Tatiana V. Maisak
            
       
       Chiloschista
          pusilla (Willd.)
        Schltr. = ora chiamata Taeniophyllum pusillum (Willd.)
        Seidenfaden & Ormerod
            
       
       Chiloschista
            ramifera Seidenfaden
            
       
          Chiloschista
            rodriguezii Cavestro & Ormerod
            
       
          Chiloschista
            segawae (Masam.) Masamune & Fukuyama
            
       
       Chiloschista segawae f. taiwaniana (S.S.Ying)
        S.S.Ying = Chiloschista
          segawae (Masam.) Masamune & Fukuyama
            
       
       Chiloschista segawae var. taiwaniana S.S.Ying = 
        Chiloschista segawae
        (Masam.) Masamune & Fukuyama
            
       
       Chiloschista segawai (Masamune) S.S. Ying = Chiloschista segawae
        (Masam.) Masamune & Fukuyama
            
       
       Chiloschista sweelimii Holttum
            
       
         Chiloschista taeniophyllum (J.J.Sm.)
        Schlechter
       
            
          Chiloschista treubii (J.J.Sm.)
        Schlechter
            
       
          Chiloschista
            trudelii Seidenfaden
            
       
         Chiloschista usneoides (D.Don) Lindley
            
       
          Chiloschista
            viridiflava Seidenfaden
            
       
         Chiloschista
            yunnanensis Schlechter
        
descrizione generale e sistematica
       
       
Le Chiloschista sono piante
        epifite, quasi sempre senza foglie, con abbondante apparato
        radicale, spesso appiattito, di colore verde per via della sua
        attività di fotosintesi.
        Presentano foglie molto piccole, o appena abbozzate, ed in molti
        esemplari sono pressoché inesistenti
       
Ora descrivo le 27 specie che
          attualmente considero valide (anno 2022) nel genere Chiloschista

 







 
        fu descritta da Gunnar Seidenfaden nel 1988 in Opera Botanica
        95: 178, 1988 con annotazione: Thailand
      
      Fiorita a Chiang Mai, si tratta di
        una pianta epifita senza foglie.  
Presenta fiori
        bianchi o giallo pallido-bianchi con macchie rossastre-marroni
        verso la base dei segmenti floreali
        
      Sepali e petali di un color
        giallo bianco pallido o crema bianco, con dense e piccole
        macchie marroni.
    
Labello giallo
        pallido o crema biancastro; la faccia interna dei lobi laterali
        presenta linee e macchie marroni.
      
il piede della
        colonna ha dense macchie marroni.
        
      
Da notare che
        l'ipochilo del labello è saccato a formare quasi uno sperone che
        punta in avanti !
        
      
Habitat: su alberi
        di foreste sempreverdi
Paese: Thailandia,
        area di Chiang Mai
Elevazione: 1300 m
Località del typus: Prudmap.
 
        
      


particolare della racolta Kerr 0330, di cui Seidenfaden fece la seguente descrizione: "Fiori crema-bianchi con deboli macchie rossastre verso la base dei segmenti floreali" e "un singolo fiore libero in una busta con quello che io credevo fosse un Taeniophyllum e che invece sembra essere una nuova Chiloschista!"
        

        NB:  da notare che per me Seidenfaden ha commesso un
        errore, in quanto ha disegnato i lobi laterali del labello
        ampiamente alati e divergenti rispetto alla colonna, invece sono
        più piccoli e semi eretti; l'errore penso sia dovuto al fatto
        che fece il disegno del typus partendo da un esemplare essiccato
       
       

        foto prese dal web, classificate come Chiloschista extinctoriformis  
       
       

Chiloschista
            extinctoriformis
          photo by Monchai Chanyangam
       
Chiloschista
            extinctoriformis
          photo by Monchai Chanyangam
         

       
ATTENZIONE: qui sotto invece presento alcune foto, prese dal web, e classificate erroneamente come Chiloschista extinctoriformis
infatti hanno il labello saccato e rotondo e non quasi speroniforme e puntato in avanti come è tipico di questa specie
       

        photos from the web, wrongly
        named Chiloschista extinctoriformis
       
            
          This is NOT Chiloschista
            extinctoriformis
       
       
combinatio nova
        fatta da Leslie Andrew Garay in Botanical Museum Leaflets
        23(4): 166. 1972 sulla base di Taeniophyllum exuperei Guillaumin 
Chiloschista exuperei (Guillaum.)
Garay,
        combinatio nova. 
Basionimo : Taeniophyllum exuperei Guillaumin
in
        Bull. Mus. Hist. Nat. Paris, ser. 2, 29: 346, 1937. Annotazione:
        Annam (zona del Vietnam), la cui descrizione riporto qui sotto:
       
297. Taeniophyllum
        Exuperei Guillaum. sp. nov.
Acaulis, radicibus usque ad 10 cm. longis,
          complanatis, usque ad 0,5 cm latis, valde adherentibus, atro
          viridibus. Inflorescentia 5 cm. Ionga, 4-flora, erecta,
          grisea, hirsuta, vaginibus 3, lanceolatis, 2 mm. longis,
          papyraceis, bracteis alternis similibus, pedicello cum ovario
          3 mm. Iongo, griseo hirsuto, sepalis albis, liberis, ovatis, 6
          mm. longis, leviter concavis, dorso sparse hirsutis, intus
          glabris, petalis similibus, labello calceolari, lobis
          lateralibus subtrapezoidcis, erectis, 4 mm. longis, albis,
          longitudinaliter brunneo lineatis, anteriore recurvo, albo,
          linguiformi, 3 mm. longo, apice minute emarginato, callo
          absinde piloso, columna alba, brunneo lineata, operculo ovato,
          antice breviter acuto, polliniis 2, globosis, caudiculo
          anguste lineari, retinaculo minuto.
          
        Appartient à la § Brachyanthera Schltr. et se rapproche
        surtout de T. annuliferum Carr.
       
       traduzione: Acaulis, cioè priva di gambo, radici
        appianate, verde scuro…inflorescenza irsuta..
        …sepali bianchi (albis), petali simili; labello calceolare, con
        lobi laterali subtrapezoidali, eretti, bianchi (albis),
        longitudinalmente lineati di bruno; lobo anteriore ricurvo,
        bianco, linguiforme, con apice marginato (cioè inciso
          all’apice) e callo peloso; colonna bianca, lineata di
        marrone…
       
       
       

Habitat: Vietnam
       



       Chiloschista exuperei  
        photo by epicphals
       

Dalla foto ha un labello molto particolare, con
        apice emarginato (cioè inciso all’apice) 
       
    
            
  
  
       
foto prese dal web, classificate come Chiloschista exuperei 
        
       
NB: recentemente (2018) è stata descritta la simile
        Chiloschista pulchella,
        che però si trova nel Laos e non nel Vietnam
non ho trovato nè
        foto nè notizie del suo riscontro attuale in natura o in coltivazione.  
        
        il nome Chiloschista fasciata fu istituito da
        Seidenfaden e Ormerod in Opera Botanica Čechica 124: 64. 1995
        sulla base di Sarcochilus fasciatus F. Muller, pianta di
        cui parlò Ferdinand Jacob Heinrich von Mueller in Fragmenta
        Phytographiæ Australiæ 5: 202. 1866.
        
        questo è il testo di F. Muller quando accenna a Sarcochilus
          fasciatus nella descrizione di Sarcochilus (ora Chiloschista) 
          phyllorrhizus : 
      

 Muller scrive di Sarchocilus phyllorrhizus :
         
      " Planta
        isonyma Wightii (Icon. Plant. Ind. Orient. 1741) forsan
        specifice recedit labelli lobis lateralis oblique ovatis et tunc
        S. fasciatus dici possit. "
    
" pianta isonima, cioè nome uguale, a Sarcochilus Wightii ma forse se ne distingue per i lobi laterali del labello obliquamente ovati e allora può esser chiamato Sarcochilus fasciatus"
        Sinonimi:
Chiloschista minimifolia
          (Hook.f.)
        N.P.Balakr.
Sarcochilus fasciatus F.Muell.
Sarcochilus minimifolius Hook.f.
Sarcochilus wightii Hook.f.
Thrixspermum minimifolium
          (Hook.f.)
          Kuntz 
        Pianta epifitica, molto piccola; fusto molto ridotto e con un
        ciuffo di radici radiate, vermiformi. Foglie 1 o 2, molto
        piccole, 1-1.5 x 0.5-0.6 cm, lineari-lanceolate, senza foglie
        alla fioritura. Inflorescenza con 2-4 racemi fioriti spiciformi,
        lunghi 1-2 cm; brattee floreali minute, tubulari. Fiori larghi
        0.6-0.7 cm, verde-giallo. Sepali e petali subeguali, 0.4-0.5 x
        0.2 cm, ovoidali. Labello 0.3-0.35 x 0.7-0.8 cm, più largo che
        lungo, attaccato al piede della colonna; lobi laterali alati,
        lobo mediano 2-fid. Pollinia 2. Pedicello e ovario lungo
        0.25-0.3 cm.
Foreste
        sempreverdi
Fioritura:
        ottobre-novembre
Paese: sud India e
        Sri Lanka
distribuzione indiana: Stato: Kerala; Distretti: Palakkad, Thiruvananthapuram, Wayanad

questa tavola, che porta nome Chiloschista pusilla dovrebbe invece rappresentare Chiloschista fasciata (da Sri Lanka)
 
       Chiloschista fasciata
       
  
descritta in Lankesteriana 
        19(1): 23—29. 2019
       
TYPE: Bhutan. Gelephu: North of Gelephu Tshachu hot springs along road to the abandoned limestone quarry, N26°56’50”; E90°30’41”, alt. ca. 300 m, epiphytic in shade on smaller trees, collected on 12 May, 2014, and flowered in cultivation at the Royal Botanic Garden, Serbithang, 12 May, 2015, S. Dalström 4212 & Ch. Gyeltshen (holotype: THIM)
Diagnosis: Chiloschista gelephuense is superficially similar to C. parishi in the yellowish flowers with brown spots on the sepals and petals, but differs by the larger flower, 15–18 mm across versus 8–10 mm across for the latter species. Chiloschista gelephuense also differs from other similarly colored species in the genus by the lack of a glandular pubescent, erect and curved callus lobe inside the lip.
all'inizio del
        2019 su Lankesteriana  19(1): 23—29.2019 Choki Gyeltshen e
        Stig Dalström pubblicano la descrizione di una nuova
        chiloschista, la Chiloschista
          gelephuense, endemica del Bhutan, nei pressi delle
        fonti calde di Gelephu Tshachu, a nord della città di Gelephu,
        al confine tra Bhutan e Assam (India).
       
        E' una chiloschista simile a Chiloschista
          parishii, ma con un fiore molto più grosso, arrivando
        ad avere un diametro di 15-18 mm, ed inoltre manca, all'interno
        del labello, il callo glandulare e pubescente, eretto e curvo.
       



        from Lankesteriana  19(1): 23—29. 2019
        disegno dall'olotipo da parte di Stig Dalström





Chiloschista gelephuense su
        di un albero di Aphanamixis polystachya, vicino alla località
        del typus
       
       
Annotazione: Ind. or. (Bombay)

        
        descrizione originale di Chiloscista
          glandulosa (Journal of the Bombay Natural History
        Society 35: 488. 1932)
        in cui si legge "Peduncoli, pedicelli ed ovari densamente
        coperti da minuti, bianchi, conici peli ghiandolari", da cui il
        nome glandulosa 
       
Fioritura:
        gennaio-marzo
Habitat: in umide
        foreste decidue
Distribuzione:
        Southern Western Ghats, cioè in India, stato: Kerala, distretti:
        Palakkad, Idukki



          Chiloschista glandulosa
          photo from Digital Flora of Karnataka
        

       
       
Sinonimi:
Chroniochilus
          godeffroyanus (Rchb.f.) L.O.Williams
Sarcochilus godefroyanus
          (Rchb.f.) Benth. & Hook.f. ex Drake
Thrixspermum godeffroyanum Rchb.f.


        
       
Se osserviamo bene
        infatti la tavola sopra riportata, quello che si nota subito
        sono le foglie, sicuramente molto diverse da quelle tipiche del
        genere Chiloschista.
        
        Queste foglie appaiono invece molto simili a quelle del genere Chroniochilus, per cui
        ritengo che avesse ragione L.O. Williams a chiamare questa
        orchidea col nome Chroniochilus
          godeffroyanus (Rchb.f.)
        L.O.Williams.    
        
        Sarei quindi propenso a trasferire Chiloschista godeffroyana nel genere Chroniochilus col nome Chroniochilus godeffroyanus
      
Distribuzione:
isola di Fiji 
Habitat: epifita in foreste
        tropicali
       
può avere foglie
        persistenti, raggruppate all’apice del fusto al momento della
        fioritura, come si può vedere nella tavola d’erbario K000891271
        al Kew RBG

        
        
Specimen from KEW HERBARIUM K000891271
Current name Chiloschista godefroyana
Collector & no: Seemann, B.C. 600

          ingrandimento del disegno presente sulla tavola KEW HERBARIUM
             K000891271
non avendo trovato nessuna notizia del ritrovamento di questa specie nelle isole Fiji o foto di esemplari, in coltivazione, di questa specie, endemica delle isole Fiji, ho pensato bene di riportare la bella tavola K000891271 presente al Kew Herbarium
Since I have not found any news of the rediscovery of this species in the Fiji islands or photos of specimens in cultivations, I thought it is useful to show the beautiful specimen image K000891271 present at the Kew Herbarium and make a link to it.OSSERVAZIONI:
   per prima cosa, qual'è il nome
        corretto? 
          
          Chiloschista godefroyana, come si trova su IPNI oppure
        Chiloschista
          godeffroyana, con due
          f?
        Ritengo corretto quest'ultimo nome in quanto Reichenbach in
        Xenia Orchidacea 2: 122 dedicò la pianta alla azienda Godeffroy
        di Amburgo. Non capisco quindi perchè alcuni autori abbiano
        tolto una f
        .
       
|  in
              base all'art.60 del Codice di Nomenclatura botanica quindi
              qui ritengo che Chiloschista godefroyana sia
               o un nome scritto male o un errore tipografico e che quindi sia valida la denominazione Chiloschista godeffroyana based on Article 60 of the International Code of Botanical Nomenclature, therefore here I believe that Chiloschista godefroyana is either a mispelled name or a typographical error and that therefore the denomination Chiloschista godeffroyana is the valid one.  | 
        
andrebbero perciò compiuti studi nelle Fiji per chiarire meglio la questione e, soprattutto, per verificare se sia ancora presente in natura o no.
quindi in futuro vedremo se sarà più corretto chiamarla Chiloschista godeffroyana (Rchb.f.) Schlechter oppure Chroniochilus godeffroyanus (Rchb.f.) L.O.Williams
         
        Descritta da Tsi in Acta Phytotaxonomica Sinica 22(6): 481–482,
        pl. 2, f. 6–11. 1984.

Località del
        typus: China: Guangdong: Ruyuan, in arboris
        trunco, 20 April 1934, S.O. Ko 54132
Chiloschista
          guangdongensis Z. H. Tsi, Acta Phytotax. Sin.
          22: 481. 1984.
广东异型兰
          guang dong yi xing lan
Steli molto corti,
          con molte radici, lunghe ed appiattite, senza foglie.
          Infiorescenze 1 o 2, pendule, racemose, con molto fiori,
          sparsi; rachide e peduncolo 1,5-6 cm, circa 1 mm di diametro,
          densamente pubescente; brattee floreali 3-3,5 mm,
          ovato-lanceolate, glabre, membranose, acute. Fiori gialli,
          glabri; pedicello e ovaia circa 5 mm, densamente pubescente.
          Sepalo dorsale ovale, circa 5 × 3 mm, con 5 vene, arrotondato;
          sepali laterali subellittici, circa 5 × 3 mm, con 4 venature,
          arrotondati. Petali ovati, circa 4,5 × 2,5 mm, con 3 venature;
          labello con 3 lobi; lobi laterali eretti, suborbicolari; lobo
          mediano ovato-triangolare, largo quasi quanto i lobi laterali,
          leggermente concavo al centro, sulla parte superiore con
          un'appendice spugnosa, apice arrotondato. Colonna circa 1,5
          mm, piede circa 3 mm; cappuccio dell’antera a becco corto
          all'apice, con 2 appendici filiformi su entrambi i lati. Capsula
          dritta, cilindrica, circa 2 cm × 4 mm.
          Fioritura:aprile
habitat: 
        pianta epifita su tronchi di alberi in foreste di piante
        sempreverdi a foglie larghe. N Guangdong.
       
Diagnosi
        differenziale:
Sepali e petali
        densamente pubescenti inferiormente; inflorescenze fino a  26 cm. > 1 C. yunnanensis
Sepali e petali
        quasi glabri o appena pubescenti inferiormente; inflorescenze
        1.5-15 cm :
       
        lobo mediano del labello notevole, molto più lungo dei lobi
        laterali           
        >   2 C.
          guangdongensis
lobo mediano del
        labello molto piccolo, molto più corto dei lobi laterali    >  
        3 C. segawae
          
        
          
        

        
       

             
       
       


          Chiloschista guangdongensis
          according to Epicphals in Flickr
          
        

       Chiloschista guangdongensis according to Gast
        in orchideenforum.eu
       








        J.J. Smith drawing of Chiloschista
          javanica
          
        

        Chiloschista javanica, come determinata da Gunnar
        Seidenfaden nel 1986 nel Leiden Herbarium
       
 
       

       


       

       chiloschista javanica, photo by Westra
       
       
 
        Descritta da Schlecther in Botanische Jahrbücher für Systematik,
        Pflanzengeschichte und Pflanzengeographie 56: 491. 1921 nel
        seguente modo:
“Chiloschisa
        Loherii è simile a Chiloschista Treubii (Sarcochilus Treubii),
        ma se ne distingue bene per il labello”
<• C. Loheri
          Schltr. n. sp. — Epiphytica, acaulis, aphylla. Radices
          fexuosi, elongati, taeniiformi-applanati, glabri. Caulis in
          gemmam vaginis ovatis acuminalis parvulis obtectam reductus.
          Inflorescentiae erectae vel erecto-patentes, gracillimae,
          elatae, pedunculo vaginulis parvulis dissitis donato, racemo
          laxe pluri-vel multifloro, elongato; bracteis deltoideis,
          acutis, ovario pedicellato multo brevioribus. Flores
          parvuli, erecto-palentes, viridi flavi, seriatim evoluti,
          fugaces. Sepala oblonga, obtusa, 5-nervia, glabra,
          lateralia obliqua. Petala sepalis subaequimagna, oblique
          oblonga, obtusa, 5-nervia, glabra. Labellum
          saccato-concavum, 3-lobum, in sacco papillosum,
          lobis lateralibus erectis, amplis, oblique obovatis,
          truncato-obtusissimis, intermedio deflexo, parvulo, ovato,
          valde obtuso, superne omnino papilloso-pulvinato. Columna
          brevis, clinandrio dorso elato, pede gracili, satis
          longo, canaliculato, rostello amplo decurvo. Anthera
          reniformi-cucullata, latere utrinque in appendicem
          divaricantem subulatam producta.
          Pollinia 4, oblique rotundata, 2-nis compressa, stipite
          gracili. Ovarium breviter pedicellatum, glabrum. 
          
        Ein stamm- und blattloser Epiphyt. Wurzein
          bandformig, gewunden, bis 30 cm lang, 6—9 mm breit.
          Blutenschafte mit der bis 25 cm langen Traube bis 50 cm
          lang. 
          Bluten serienweise an der Traube entwickelt, grunlich-gelb.
          Sepalen elwa 5,5_mm lang. 
          Petalen kaum kleiner als die Sepalen. Lippe kurz, mit kaum 2
          mm tiefem halbkugeligem 
          Sack, 2,5 mm hohen Seitenlappen und sehr kleinem, nach unten
          gebogenem Mittellappen. 
          Saule 1,5 mm hoch mit 2,25 mm langem Fuss. Ovarium mit dem
          kurzen Stiel 4,5 mm lang. 
          Palau-Inseln: Auf Baumen auf der Insel Angaur
          (Loher); auf der Insel Korror (Pater Raymundus. —  im Jahre
          1907). 
        
        fu descritta quindi come:
       “Fiori piccoli, di color verde
          giallo... Labello saccato-concavo, trilobato, papilloso
          nel sacco, lobi laterali eretti, ampi, obovati..lobo
          intermedio deflesso, piccolo, ovato, ottuso, superiormente
          papilloso-pulvinato..
          ... labello corto, con una sacca emisferica profonda appena 2
          mm... i lobi laterali alti 2.5 mm e lobo medio molto piccolo,
          piegato verso il basso
          isola di Palau (Loher e Korror)  "
          
        



questa foto è stata pubblicata da Makoto Uesugi a Palau ed è l'unica foto che, a mia conoscenza, rappresenta la Chiloschista loheri
        
Descritta da Johannes Jacobus Smith nel
          1905 in Orch. Java 553 1905, con annotazione (=Sarcochilus luniferus)
          Java; Ind.or., ha come omonimo il più tardivo Chiloschista lunifera
          (Rchb. f.) Schltr.in  Repertorium
          Specierum Novarum Regni Vegetabilis, Beihefte 4: 275. 1919,
          descrizione però tardiva e quindi non valida.
          
        


          Sarcochilus luniferus fu descritto da Bentham ed Hooker
        nel 1889 in Curti’s botanical magazine tav.7044 sulla base di Thrixspermum luniferum Rchb.f.
       

ritengo che possa
        essere corretto seguire le indicazioni di Schlechter, in quanto
        le piante originarie da Java sono diverse da quelle che crescono
        nelle regioni himalayane, e quindi scindere l'attuale Chiloschista lunifera in Chiloschista
          javanica e Chiloschista
          lunifera (=Chiloschista
          indica)
       
           

         
         
Sarcochilus luniferus fu
        scoperto dal rev. Parish vicino a Moulmein nel Tenasserim e fu
        mandato a Messrs Veitch nel 1868.
        L’osservazione principale fu che la pianta nel suo stato
        ordinario non ha foglie, le radici sono molte, lunghe 3-5 inches
        ed appiattite. Sepali e petali gialli macchiati di arancio.
        Labello bianco, saccato, con lobi laterali larghi, eretti, ovato
        ottusi; il lobo mediano minuto e ricurvo, e due spesse carene
        sul disco papilloso. Antera emisferica, con in ogni lato uno
        sperone setiforme ed uno più corto frontalmente. 
        Pollinia due, globosi
Suoi sinonimi
        sono:
       
       Chiloschista indica J.J. Smith
        (Chiloschista javanica
        Schltr.: per me invece si tratta di una specie autonoma)
       Chiloschista lunifera (Reichenbach f.)
        Schlechter
       

Chiloschista lunifera si
        trova nell’est Himalaya, India, Assam, Myanmar, Thailand, Laos 
        
        viene descritta come presente a Java, ma ritengo che queste
        piante più correttamente debbano essere chiamate Chiloschista javanica)
       
        Il suo habitat naturale sono foreste semi-decidue o decidue,
        dove cresce ad altitudine di 150-800 metri.
Si tratta di una epifita di piccole dimensioni, senza foglie, che cresce in zone calde, con radici grigio verdi. Occasionalmente, nel periodo di maggior crescita e con alti livelli di umidità, la pianta può sviluppare una o due piccole foglioline, che poi cadono all’arrivo dell’autunno.
Se osserviamo la
        tavola di King e Pantling e la descrizione fatta da Reichenbach,
        il fiore della Chiloschista (=Thrixspermum) lunifera sono
        "giallastri, con disco bruno, eccetto il bianco labello che
        porta strie porpora. Il callo del labello, a forma quasi di
        mezzaluna, è coperto da molte papille". 
       
Chiloschista lunifera
        fiorisce in inverno o primavera su di un racemo eretto,
        pubescente, lungo 7-30 cm, che si forma dalla massa di radici
        grigio verdi e che porta da 6 a 20 fiori, spesso fragranti. 
      

 
        in commercio però si trovano di norma cloni a fiori rosso scuro,
        con di 1.5-2 cm.
       
       

        dark clone, photo by Monchai Chanyangam
       

        photo by Monchai Chanyangam

       Chiloschista lunifera
        according to Monchai Chanyangam
       
       chiloschista lunifera "dark", da me coltivata
       
       
chiloschista lunifera "dark", da me coltivata
questo clone presenta i sepali e tepali di color porpora vinaccia, bordati di bianco crema; i lobi laterali del labello sono alti e striati di porpora all'interno
       
Chiloschista lunifera è
        stata scoperta di recente anche in Vietnam, dove però è rara 
        qui riporto al riguardo i dati forniti dal botanico russo
        Averyanov:
       
        " in Vietnam è una epifita della chioma e dei rami degli alberi.
        
        Habitat: asciutte foreste di piante sempreverdi a foglia
        larga, su alti alberi che crescono lungo ruscelli e torrenti.
        300–1000 m. 
        Fiorisce in aprile-maggio
      
Fu descritta inizialmente dalla Birmania ( Myanmar) (“… Burmah possesses this species”).
Syntypes
          (“Messrs. Veitch & Sons”) – W (“Herb. Reichenbach 26237 [W
          0017162], Herb. Reichenbach 41550 [W 0017163], Herb.
          Reichenbach 41549 [W 0017164], Herb. Reichenbach 11583 [W
          0017165]”).
Distribuzione: 
Myanmar,
Taiwan, Thailand,
        Laos, Java e nel Vietnam nella provincia di Dak Lak
        (Lak district, Krong No) dove è molto rara (
          Stimated IUCN Red List status – EN. ( minacciata).)
       
      Note. Peculiare specie ornamentale,
        altamente richiesta sul mercato nazionale ed internazionale di
        orchidee  "   
        

tavola tratta da Averyanov, che identifica questa pianta come Chiloschista lunifera in Vietnam
Chiloschista
            nakornpanomensis  (?)
         
          in Thailandia, e poi nell'anno 2019-20 anche in qualche mostra
          di orchidee in Italia, venne venduta questa chiloschista col
          nome di Chiloschista
            nakornpanomensis.
 Si
          tratta di un nome non ufficiale, in quanto mai descritto nè
          pubblicato come tale su nessuna rivista botanica.
         
          il nome riflette la località in cui fu trovata per la prima
          volta: Nakhon Phanom nella Thailandia est, al confine con il
          Laos; quindi il nome corretto sarebbe Chiloschista
              nakhonphanomensis !!
        
qui
          posto una foto, fatta in Thailandia, di questa specie, e la
          paragono alla molto simile Chiloschista parishii
         
            


            
            
| gen | 
            feb | 
            mar | 
            apr | 
            mag | 
            giu | 
            lug | 
            ago | 
            set | 
            ott | 
            non | 
            dic | 
          |
| estremo max ° | 
            36 | 
            38 | 
            41 | 
            42 | 
            40 | 
            37 | 
            36 | 
            36 | 
            36 | 
            35 | 
            36 | 
            35 | 
          
| estremo min ° | 
            7 | 
            9 | 
            8 | 
            16 | 
            19 | 
            21 | 
            22 | 
            21 | 
            20 | 
            15 | 
            11 | 
            4 | 
          
| pioggia in mm | 
            3 | 
            31 | 
            60 | 
            101 | 
            257 | 
            409 | 
            503 | 
            580 | 
            290 | 
            97 | 
            10 | 
            5 | 
          
Descritta da
        Gunnar Seidenfaden in Opera Botanica 95: 176. 1988  con
        annotazione: Burma Thailand Nepal Sikkim Bhutan India.
Typus: collector
        M.C. Chang, in Taiwan: Pingtung County, Shantimen, Derwern
        Village, 450 m
        
        
Chiloschista parishii si
        trova anche nel Vietnam, Birmania, Thailandia, NE India, Buthan,
        Nepal..
        
      
di norma ha il sepalo dorsale piegato in avanti, mentre la simile Chiloschista lunifera lo ha un pò più eretto.
dai disegni
        pubblicati, la vera Chiloschista
          parishii, inoltre, ha il labello piuttosto
        rotondeggiante, e presenta grossolane macule su petali e
        sepali e anche sulla parte esterna del sacco del labello

Fig. 4. Chiloschista parishii Seidenfaden. A: Inflorescence. B: Front view of flower. C: Side view of lip and column. D: Top view of lip. E: Top view of column and column-foot. F: Top view of pollinia and stipe. G: Ventral view of pollinia and stipe. H: Front view of lip. I: Side view of column and column foot. J: Front view of flower of Chiloschista segawai. K: Front view of lip of C. segawai. ( tratto da Newly Discovered Native Orchids of Taiwan. Tsan-Piao Lin e Wei-Min Lin)
 
        
      
 
        Chiloschista parishii in situ
        ( from Wins Buddhawong )
       






        
      
              
Chiloschista parishii
(from web)

Chiloschista
          parishii
        Photo from idao.plantnet-project.org 
 
          Photo from idao.plantnet-project.org
        
      
          
          per vedere come la sua identificazione sia spesso errata,
          guardate una pianta, premiata nel 2018 col nome di  
          
        
aggiornamento: 30/7/19:
infatti sul sito AOS di recente è apparso una nota in grassetto con correzione del post, e quindi ora più correttamente questa pianta viene identidicata come "un gruppo di ibridi di chiloschista parishii"
( negli ultimi anni vengono messe
        sul mercato chiloschista ottenute da riproduzioni non
        identificate correttamente e/o incrociate tra loro in modo non
        selettivo, con quindi confusione nella determinazione)
      
Chiloschista-parishii-2018-09-17***SITF
        has determined that this is a group of hybrids of parishii
        (April 2019) given the differences in flower markings and also
        the tag which shows parishii (x).**
       
cioè il SIFT (Species Identification Task Force ) lo ha determinato ora così, in base alle differenze delle macule del fiore.
Descritta da
        Schlechter in Botanische Jahrbücher für Systematik,
        Pflanzengeschichte und Pflanzengeographie 56: 492. 1921, sulla
        base di Sarcochilus phyllorhizus F.Mueller, trovato sul
        promontorio di Capo York, Australia.
      
Chiamata in loco:
        White Starfish Orchid
Sarcochilus phyllorrhizus
        F.Mueller, in Fragm. 5: 201 (1866); Thrixspermum phyllorhizum Rchb.f., Beitr.
        Syst. Pflanzenk. 71 (1871). 
        Type: Ad promontorium Cape York, E. Daemel s.n. (holo MEL; iso
        W). Da notare che il nome specifico originale è pubblicato con
        due r
Distribuzione
Si trova nelle
        parti nord del Northern Territory e nel Queensland, dove cresce
        in alcune isole dello stretto di Torres e nel nord-east, dalla
        penisola di Cape York al Tully River.
Altitudine: 0-200
        m.
E’ presente anche
        in Indonesia e New Guinea.
Descrizione
Pianta senza
        foglie, epifita o litofita, a formare piccoli ciuffi. Radici
        numerose, radiate, appiattite, 10-20 cm x 0.6-0.1 cm, da
        grigio-verde a verde scuro, ruvide. Stelo inconspicuo, lungo
        meno di 0.5 cm. Foglie assenti. Inflorescenza è un racemo
        ascellare, arcuate, lungo 50-150 mm, sottile, rigido. Fiori
        numerosi, resupinati, più o meno eretti, a forma di stella,
        10-14 mm x 10-14 mm, bianco cristallino con labello giallo.
        Sepali e petali ampiamente dispiegati.  Sepalo
dorsale
        libero, eretto, da obovato ad ovato, 4-6 mm x 3-4 mm. Sepali
        laterali simili al sepalo dorsale, divergenti, 4-6 mm x 3-4 mm,
        base fusa al piede della colonna. Petali ovati, 4-5 mm x 3-4 mm.
        Labello dissimile ai sepali e petali, lungo 2.5 mm, incernierato
        all’apice del piede della colonna, 3-lobato; lobi laterali
        lunghi 2 mm, eretti; lobo mediano lungo 1 mm long, incurvato,
        carnoso, giallo, densamente peloso. Colonna lunga 1.5. Piede
        della colonna lungo 2 mm, ad angolo retto con la colonna.  Entrambe
        la colonna ed il piede della colonna con marcature rosso-porpora
        sulla superficie interna. Capsule allungate, deiscenti.
Ecologia
E’ presente ai
        margini di rain forest e in crinali e  pendii
        riparati, crescendo su alberi in paludi ed in vegetazioni lungo
        ruscelli. Le radici brillano quando umide, ma queste piante non
        sono facilmente osservabili e quindi sfuggono facilmente. I
        fiori durano uno-due giorni, talora si chiudono di notte per
        aprirsi il giorno dopo; sono piacevolmente profumati.
        La fioritura avviene in sporadiche esplosioni, con le piante
        nella stessa area che fioriscono simultaneamente.
Localmente è
        pianta comune.
Periodo di
        fioritura: novembre-febbraio (in Australia)
Note: questa
        pianta senza foglie ha verdi radici piatte che contengono
        clorofilla e sono fotosintetiche.




          
          
        
Descritta come
        proveniente dal Laos centrale
        (Laos, provincia di Khammoune, distretto di Boualapha,
        all'interno del territorio di Hin Nam No, area naturale
        protetta, foresta secca primaria sempreverde e foresta decidua
        di latifoglie, su pendio roccioso molto ripido, vicino a sommità
        di collina carsica, composta da calcare, simil marmo, altamente
        eroso, a 350-430 m slm, epifita su alti alberi, rara)
Typus: 9 maggio
        2018, L. Averyanov, K. S. Nguyen, T. Maisak, L. Xaiyavongsa, S.
        Keovankham, AL 889 - LE (olotipo).
Distribuzione:
        Laos centrale: provincia di Khammoune (distretto di Boualapha,
        territorio di Hin Nam No, area naturale protetta). Endemica.
        Habitat, ecologia e stato di conservazione: minatura, epifita,
        afilla, cioè senza foglie, e che cresce in foreste primarie
        sempreverdi e semidecidue, di latifoglie, su calcari carsici
        rocciosi, ad un'altitudine di 350-430 m. Rara. Attualmente, lo
        stato della lista rossa IUCN deve essere ancora accertato, in
        quanto i dati sono carenti (Data Deficient).
Etimologia:
        l'epiteto specifico si riferisce ai fiori attraenti e colorati,
        con i lobi laterali del labello color porpora.
      
Chiloschista
        pulchella differisce sorprendentemente da tutti i suoi congeneri
        per via dell’apice del labbro piatto (e non carnoso), il lobo
        mediale del lobo sezionato in due piccoli lobuli subulati, e
        dalla presenza di grandi macchie porpora sui lobi laterali del
        labbro, cosa che non si trova mai in nessun altro specie del
        genere.
        Questa nuova specie appartiene al gruppo di specie di
        Chiloschista che hanno un semplice opercolo (che non ha cioè
        alcuna appendice), ma non ha nessuna somiglianza con le altre
        specie di questo gruppo. Formalmente, può essere paragonata a C.
        exuperei (Guillaumin) Garay, che ha anch’essa il lobo mediano
        del labello bilobulato. Tuttavia, entrambe queste specie sono
        ovviamente diverse nella loro morfologia floreale.
      


       
ATTENZIONE: ora è chiamato Taeniophyllum pusillum (Willdenow) Seidenfaden & Ormerod
descritto da Willdenow nel 1805 in Species Plantarum come Limodorum pusillum: " afillo, habitat in India orientale su alberi"; fu trasferito nel genere Chiloschista da Schlechter ed infine nel 1995 da Seidenfaden e Ormerod nel genere Taeniophyllum, come Taeniophyllum pusillum.
Quindi è necessario correggere i
        cartellini delle piante vendute come Chiloschista pusilla !!  dovete scrivere
        Taeniophyllum pusillum 
       
       

Taeniophyllum pusillum, photo by Worranittha Koenig

Taeniophyllum pusillum, photo by Worranittha Koenig
       
Descritta da  Gunnar Seidenfaden in Opera Botanica
        95: 179. 1988.
Annotazione:
        Thailand
       
        Si trova in Thailandia, come una piccola pianta epifita, che
        cresce in clima caldo, fiorisce in primavera con una
        inflorescenza pendula, lunga fino a 33 cm, con molti fiori,
        anche fino a 22; l’inflorescenza si sviluppa con due foglie
        presenti e porta fiori profumati.
I fiori sono gialli di fondo, coi margini biancastri, e presentano diffuse macchie bruno arancione



       
Descritta da
        William Cavestro e Paul Ormerod in Orchidophile (Asnières) 166:
        180. 2005.
Nominata in onore
        del suo raccoglitore, Xavier Rodriguez
      
Pianta
          epifita, si trova in Thailandia, ad altitudine di circa 500
          fino a 1000 m, in clima caldo; trovata nel Thampla-Phasua
          Waterfall National Park, nel nord Thailandia, vicino al
          confine con la Birmania come a Mae Hong Son, vicino a Chiang
          Mai. 
      
Orchidea epifita,
        monopodiale, descritta di recente (2005); fusto corto con
        numerose, sottili, lunghe radici fotosintetiche, rotondeggianti
        in sezione
        Foglie assenti o ridotte a piccole squame. 
        Inflorescenza pendula o semieretta, lunga 15-20 cm. 
        Fiori 5-20, larghi circa 1 cm, di color bianchiccio o
        bianco-crema, pubescenti esternamente; labello saccato, giallo
        con strie porpora-marrone nei lobi laterali; ovario verdino,
        pubescente.
        Fioritura: aprile-maggio
       
        si tratta di una specie facilmente identificabile per via del
        fiore biancastro, col labello giallo, che presenta striature
        porpora nei lobi laterali.

tavola di erbario conservata al Queen Sirikit Botanic Garden (Thailandia)
mio esemplare di Chiloschista
          rodriguezii, fiorito maggio 2019
        da notare le radici verdine, a sezione rotondeggiante
fiore tipico, bianco con labello giallo
qui presento il fiore visto di lato e mostro l'ovario pubescente

esemplare di Marni Turkel, con labello bianco, invece di giallo ( dal web)

        
        

        
così nominata da
        Genkei Masamune in Botanical Magazine, Tokyo 52(589): 247.
        1938  sulla base di Sarcochilus segawai che lo stesso
        Masamune aveva descritto in Transactions of the Natural History
        Society of Taiwan 24: 212. 1934
      
Viene comunemente
        scritta come “segawai”, anche se il corretto
        spelling, in base alle norme della nomenclatura botanica,
        dovrebbe essere segawae
E' una chiloschista endemica di
        Taiwan 
Presenta un labello saccato conico, mentre la molto simile Chiloschista parishii ha labello saccato rotondo.

        photo of  Chiloschista
          segawae in Taiwan by 清 記
 da notare
        il labello conico e non
        rotondo come nella simile Chiloschista
          parishii 
          
    




  
       Chiloschista segawai photo according to Gast
       
       
        Descritta da Richard Eric Holttum in Orchid Review 74: 147.
        1966.
Annotazione:
        Malaya
Endemica del Perak, Malesia
       

          
Scrive Holttum:
          “Affine a C.lunifera, da cui differisce per i petali e sepali
          vellutati pelosi, il calcare del labello ricoperto da peli, la
          base del lobo intermedio similmente peloso; lobo intermedio
          arrotondato, gli apici dei lobi laterali eretti, ridotti.
          ha radici verdi,  arrotondate (
          come in Ch. lunifera) e non piatte come nelle altre specie.
          inflorescenza lunga 10 cm, coperta da peli, con 8-10 fiori;
          sepali e petali con peli eretti su entrambe le superfici,
          quelli sul retro un po’ più lunghi; sepali e petali giallo
          pallido con macchie arancione; labello minutamente papilloso
          esternamente, di un giallo molto pallido, arrotondato; lobi
          laterali, esternamente biancastri, internamente con bande
          rosso bruno; sperone esternamente giallo pallido con piccole
          macchie arancioni, internamente densamente coperto da peli
          biancastri, con callo bilobato similmente coperto alla base
          del lobo mediano.
        Type: Lim Swee Lim in nord Perak, specimen in Kew
          Herbarium “
        
       
     
       

       
       

       
    
      
Chiloschista
            taeniophyllum (J.J.Sm.) Schltr
        
          Schlechter nel 1921 in Botanische Jahrbücher für Systematik,
          Pflanzengeschichte und Pflanzengeographie 56: 492 (1921)
          trasferì Sarcochilus
            taeniophyllus  J.J. Smith nel genere Chiloschista
          col nome Chiloschista taeniophyllum.
      
Il typus era
        originario dell’isola di Ambon, nell’arcipelago indonesiano
        delle Molucche, e fu descritto nel 1905 da J.J. Smith in Die
        Orchideen von Ambon 93. 1905 col nome Sarcochilus
            taeniophyllus. 
          
Si tratta di una
        specie di cui non ho trovato nessuna foto, né in coltivazione né
        in situ.
Il disegno qui
        sotto è quello fatto da J.J. Smith col nome di Sarcochilus
        taeniophyllus
      
      

          disegno di Sarcochilus taeniophyllus by J.J. Smith 
         
Descritta da J.J.
        Smith nel 1912 in Bulletin du Jardin Botanique de Buitenzorg,
        sér. 2 3: 66. 1912. col nome Sarcochilus treubii, fu
        trasferita nel genere Chiloschista da Schlechter nel
        1921 in Botanische Jahrbücher für Systematik, Pflanzengeschichte
        und Pflanzengeographie 56: 492. 1921 con
        annotazione:  in obs. Sarcochilus
        Treuhii
Secondo Schlecter
        Chiloschista treubii è simile a C. loherii, ma se ne differenzia
        per il labello
      
      
Distribuzione:
        dalle Molucche alla New Guinea
Qui sotto allego
        il disegno fatto da J.J.Smith
          
Chiloschista trudelii Seidenfaden
Descritta da
        Gunnar Seidenfaden nel 1987 in Die Orchidee 38: 310. 1987, con
        annotazione: Thailand
       
       

        Averyanov l’ha identificata anche a  Quang
        Binh  nel Vietnam



(these
3
          photoes are taken from  © R. Jenny
          Chiloschista trudelii 
        
          Swiss Orchid Foundation at the Herbarium Jany Renz. Botanical
          Institute, University of Basel, Switzerland. Coll. Note:
          Seidenfaden )
       Chiloschista trudelii è nativa della
        Thailandia e Vietnam. Si trova in foreste umide e muschiose, di
        conifere o piante miste; su rami, coperti di muschio, di vecchi
        e contorti alberi a bassa e media altitudine.
        è una epifita senza foglie, fissata all’ospite, con numerose
        radici che crescono radialmente dal centro della pianta
        Fiorisce in primavera con inflorescenza lunga 8-10 cm; i fiori
        sono larghi 1 cm, verde-giallastri, talora con qualche macchia
        color ruggine sui petali laterali, che sono coperti da peli
        sulla superfice esterna.
        i lobi laterali del labello sono marcati internamente da
        numerose, piccole linee marroni.
        L’ispessimento centrale del labello è coperto densamente da peli
        color ruggine.
La Chiloschista trudelii
        fiorisce in primavera con un'infiorescenza eretta e carnosa di
        8-10 cm di lunghezza, con pochi fiori. I fiori hanno un diametro
        di circa 1 cm. Sono giallo-verdastro, a volte hanno qualche
        macchia color ruggine sui petali laterali. Sia petali che sepali
        e la base della colonna sono coperti di peli all'esterno. I lobi
        laterali del labello sono contrassegnati internamente da
        numerose, piccole linee rosso-marrone, mentre la base della
        colonna ha all'interno strisce dello stesso colore.
        L'ispessimento al centro del labello è densamente coperto di
        peli color ruggine. I fiori sono aperti, a volte hanno una forma
        a coppa, ed i petali e sepali sono concavi e incurvati in avanti
        verso le punte. Il largo labello, trilobato, è collegato alla
        base della colonna. I lobi laterali sono diritti e le loro cime
        sono larghe, da arrotondate a piatte. Il lobo centrale è molto
        piccolo. La colonna è molto corta e la sua base è lunga il
        doppio della colonna stessa.
Fu così chiamata
        da John Lindley nel 1832 in Edwards's Botanical Register 18: ,
        tre pagine dopo la tavola di Angraecum ebuerneum ( t. 1522, anno
        1832.)sulla base di Epidendrum
          usenoides Don in Prodromus Florae Nepalensis pag. 37.
        1825. ( Annotazione: =Sarcochilus usneoides.)
       
il termine usneoides significa
        "affine alle Usnea",
        un genere di licheni  dal colore grigio-verdastro, i quali
        non sviluppano foglie e crescono ancorati su corteccia.
       
       





       
Trovata
        nell'Himalaya occidentale, nell'Himalaya orientale a partire da
        Garhwal, e poi nel Nepal, nel Bhutan, nel Sikkim ed in
        Tailandia, con elevazioni da 1600 a 1700 metri, come una
        miniatura epifita o litofita, in ambiente da caldo a molto
        caldo, con molte radici lunghe, contorte, appiattite e verdi;
        fiorisce in estate su infiorescenza racemosa, eretta,
        pubescente, flessuosa, lunga da 5,5 a 11 cm, con pochi fiori,
        profumati. I fiori hanno un diametro di circa 1,3 cm e sono
        aperti, arrotondati alle estremità dei petali. I sepali interni
        sono leggermente più larghe dei petali esterni. Il labello è
        lucido, saccato, e ha 3 lembi; nella forma classica è di color
        giallino, risaltando così rispetto ai sepali e petali bianchi. 

          Chiloschista usneoides, photo by Khunchai Chang
          
        

        
       
       

        
       

       

        Chiloschista usneoides, photo Manote Quahphanit
       
       

          Chiloschista usneoides in situ, in Thailand
          photo by Wins Buddhawong
          
        
attenzione: molto spesso le
        foto sul web con questo nome non sono questa specie! 
       
        si veda ad esempio www.orchid.species
        e anche  AOS
        
        prendete quindi le piante e/o le foto etichettate come Chiloschista viridiflava
        con molta cautela, di solito sono Chiloschista parishii o suoi ibridi.
       
        ad esempio, qui sotto riporto la foto di una mia pianta
        etichettata come Chiloschista
          viridiflava (dalla mia collezione), ho molti
        dubbi però che questa identificazione sia corretta; per me si
        tratta di Chiloschista
          parishii.
        
 
 questa mia
        pianta mi è arrivata etichetatta come Chiloschista
          viridiflava  (o parishii?) 
        il colore dei petali e sepali però sono piuttosto quelli
        di Chiloschista parishii
        o suoi ibridi
        
la mia Chiloscista viridiflava ( o parishii?) nel suo insieme
         

       Chiloschista viridiflava, photo by Worranittha
        Koenig
        questa sembra essere correttamente identificata
       
       

         
         Chiloschista viridiflava, photo by Keller
         


 
         
         chiloschista viridiflava according to Peter
          Lin
         
          descritta da Schlechter in Repert. Spec. Nov. Regni Veg. Beih.
          4: 74. 1919.
       
Type-Protologue Locality: China: Yunnan: Szemao, forests, 4000 ft. Collector and Number: A. Henry 11792A
vedi: Henry 11792 (presentato come Sarcochilus luniferus) http://apps.kew.org/herbcat/getImage.do?imageBarcode=K000891269
distribuzione: Yunnan e Sichuan ( China)
         
       Chiloschista yunnanensis, da me coltivata 
        le maculazioni sui petali e sui sepali la fanno identificare
        facilmente
       
       
             
 
       
                
              

Chiloschista
            yunnanensis in situ
          (photo from fpcn.net)
         

chiloschista
            yunnanensis by Wenqing Perner
         
Nota:
questa specie può essere identificata con facilità per i suoi fiori che si aprono ampiamente, giallastri o giallastro-verdino, marcati da macchie rosso-marroncino nella metà basale dei petali e sepali
Coltivazione
         
per la coltivazione delle Chiloschista ritengo sia utile considerare che queste piante in natura sono epifite su tronchi o rocce, ben esposte alla luce, proprio per permettere alle loro radici di effettuare la sintesi clorofilliana. Eviterei però il sole troppo diretto.
Può essere coltivata anche sotto luce artificiale, con fotoperiodo di 10-12 ore.
Oltre a questo, necessitano di una ottima umidità ambientale, idealmente almeno tra 65 e 80%
io le coltivo montate su tavolette di legno o pezzi di corteccia di sughera e robinia o su tavolette ricavate da pannelli di sughero compresso.
Ho ricevuto anche una Chiloschista, proveniente da una nursery giapponese, coltivata su di un supporto sintetico di plastica a rete (vedi il paragrafo relativo a Chiloschista rodriguezii ).
Importante è avere una elevata
        umidità relativa, come nell'habitat di origine.
        
      
Temperatura:
 nella mia serra la temperatura in
        estate è molto elevata, anche più di 30° di giorno e oltre 20°
        di notte. In inverno, ho sui 10-12° di notte.
        
      
 Substrato:
        
        siccome fanno la sintesi clorofilliana dalle radici, le
        chiloschista non vanno tenute in vaso, in quanto le radici
        devono essere esposte totalmente alla luce. Vanno perciò ben
        fissate ad pezzo di corteccia di sughera (Quercus suber), il più
        liscio possibile, a ricordare il tipo di corteccia su cui
        crescono in natura. Personalmente non metto nè sfagno nè muschio
        sotto le radici. Si può usare anche corteccia di robinia o altre
        piante idonee ed anche tavolette ricavate da pannelli di sughero
        compresso.
 Si può tenere in estate fuori, in
        giardino, se le condizioni di umidità sono molto alte; in
        caso contrario le radici si seccano con facilità e quindi, se
        tenute fuori, bisogna bagnare e nebulizzare molto spesso.
        
      
Concimazione:
io uso acqua osmotica tutto l'anno, e va benissimo anche l'acqua piovana.
Nei mesi estivi, in base alla temperatura ed alla quantità di luce, aggiungo nell'acqua un pò di concime, sopratutto nei mesi estivi, in cui la pianta utilizza più luce; questo perché le chiloschista, non avendo foglie, assorbono solo dalle radici i minerali solubili.
Cerco di usare un concime che abbia
        azoto in forma nitrica e ammoniacale, senza urea, adoperandolo
        fino ad una conducibilità di 200-300 microsiemens; ma questo va
        stabilito da ogni coltivatore, in base alle proprie idee ed
        esigenze.
        
      
Note:
 la fioritura è facilitata dal
        fisiologico abbassamento della temperatura notturna che avviene
        in inverno, periodo in cui si consiglia di ridurre anche le
        bagnature; controllare però che le radici non si asciughino
        troppo, in quanto va assolutamente evitato che si
        raggrinziscano, pena la perdita della pianta, in quanto non ha
        foglie che possano fungere da riserva.
      
      
Scheda esemplificativa climatologica
qui sotto riporto la scheda della Chiloschista usneoides che i mitici Baker's avevano pubblicato anni fa come free sheet;
 la riporto a titolo esemplificativo
        anche per le note di coltivazione, che valgono in pratica per
        quasi tutte le specie di Chiloschista:
        
      
Chiloschista
            usneoides (Don) Lindley 
AKA: Sarcochilus usneoides
          Rchb. f.
ORIGIN/HABITAT: Northern Himalaya region, from Garhwal in the west, through Nepal, and into Sikkim.
Plants are reportedly found
          at about 5400 ft. (1650 m), but details of the type of habitat
          were not reported. 
          
          
CLIMATE: Station #42295, Darjeeling,
          India, Lat. 27.1N, Long. 88.3E, at 7431 ft. (2265 m). 
          Temperatures are calculated for an elevation of 1650 m,
          resulting in probable extremes of 29°C and 1°C. 
          
          
N/HEMISPHERE   
          JAN  FEB 
          MAR  APR 
          MAY  JUN 
          JUL  AUG 
          SEP  OCT 
          NOV  DEC
HUMIDITY/%     
    
          83     82     73 
                 78  
              88      93 
               95    95     93
                87   
               79      78
BLOOM SEASON               
                  *  
                *    
               **      
          *       *
RAIN/mm              
            13     28      43 
              104   216     589  798   638    447 
          130     23      8
C° AVG MAX    
                  12      13
              18        21    22
                22     23    22
               22    20  
             16     13
C° AVG MIN      
                6      
          6       9  
                 13    15    
            17     18    17     
          16    14        9      7
DIURNAL RANGE 6 7 9 8 7 5 5 5 6 6 7 6
          qui sotto ho tradotto il testo americano dei Baker's:
Consigli culturali:
LUCE: 1200-1800 fc. Sono richieste condizioni piuttosto luminose. La luce dovrebbe essere filtrata o diffusa e le piante non dovrebbero mai essere esposte al forte sole diretto. È necessario fornire un forte movimento dell'aria. Quando si usano dispositivi di raffreddamento evaporativi, le piante probabilmente trarranno beneficio se collocate nel flusso d'aria forte, freddo e umido vicino all'uscita.
TEMPERATURE: giorni estivi in media 22-23° C e notti in media 17-18° C, con un intervallo diurno di 5° C
UMIDITÀ: 90-95% in estate e all'inizio dell'autunno, scendendo all'80-85% per la maggior parte del resto dell'anno.
ACQUA: Le piogge sono molto intense dalla tarda primavera all'autunno. La quantità di pioggia diminuisce rapidamente in autunno quando si entra nella stagione secca invernale di 3-5 mesi. Nella regione del Garhwal, il modello stagionale è lo stesso, ma la stagione delle piogge estive non è abbastanza lunga o umida come indicato nella tabella climatica.
Le piante coltivate dovrebbero essere annaffiate frequentemente in estate, ma l'acqua dovrebbe essere ridotta in autunno.
CONCIME: un fertilizzante bilanciato miscelato ad 1/4-1/2 della dose consigliata dovrebbe essere applicato settimanalmente durante i periodi di crescita attiva. Il fertilizzante dovrebbe essere ridotto quando l'acqua viene ridotta in autunno.
PERIODO DI RIPOSO: nei giorni invernali la media dovrebbe essere sui 12-13° C di giorno e 6-7° C di notte, con un intervallo diurno di 7° C.
Le piogge sono molto basse nell'habitat per 3-4 mesi in inverno, ma c'è molta umidità aggiuntiva, fornita dalla forte rugiada durante la maggior parte della stagione secca.
Le piante coltivate dovrebbero essere lasciate asciugare tra le annaffiature, ma non dovrebbero rimanere completamente asciutte per lunghi periodi. Una leggera nebulizzazione mattutina ogni qualche giorno, soprattutto con tempo soleggiato e luminoso, eviterà che le piante diventino troppo secche. Potrebbe non essere necessario che il riposo invernale sia così lungo o severo come è indicato nella tabella climatica, ma le condizioni di asciutto con basse temperature inferiori a 10° C dovrebbero essere previste per almeno 3 mesi.
mia osservazione: i valori indicati in tabella valgono per questa specie e sono riferite al clima di Darjeeling (NE India); in realtà questa specie cresce in una vasta area, tra cui il nord Thailandia, ove le temperature in inverno non sono certo così severe.
io la coltivo in una serra in cui, d'inverno, la temperatura non va sotto i 12 °
io elimino il fertilizzante durante l'inverno e riprendo gradualmente le concimazioni in primavera.
SUBSTRATI DI CRESCITA: poiché queste piante non hanno foglie, la fotosintesi, che nelle altre orchidee viene per lo più eseguita nelle foglie, qui viene invece effettuata nelle radici.
Pertanto, le radici devono essere esposte alla luce solare, ma non al sole diretto nelle ore centrali della giornata.
Le piante sono solitamente montate su corteccia o piccoli rami di alberi. Di solito sembrano crescere meglio su superfici relativamente lisce, come in natura ove si trovano di solito su alberi a corteccia liscia; ma alcuni le coltivano su tavolette di felce arborea.
L'umidità deve essere elevata e le
        piante devono essere annaffiate almeno una volta al giorno in
        estate. Diverse irrigazioni al giorno possono essere necessarie,
        durante i periodi molto caldi e asciutti, soprattutto per le
        piante montate su corteccia o tavole di legno.
        
      
puoi vedere il testo originale dei Baker's sulla Chiloschista usneoides qui: https://orchidculture.com/COD/FREE/FS269.html
dalla creazione dell'account ShinyStat (22/5/20)